Rigopiano, l'ASL chiede 40 euro di rimborso per il soccorso alla mamma di una delle vittime

Dopo 7 anni dalla valanga che sommerse l'hotel in Abruzzo, la ASL di Pescara, richiede un rimborso per il soccorso della mamma di Marco Tanda, una delle vittime

Rigopiano, l'ASL chiede 40 euro di rimborso per il soccorso alla mamma di una delle vittime
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Burocrazia senza cuore, fredda e spietata anche di fronte ad un dolore che non dà pace come quello di una mamma che ha perso il figlio nella tragedia di Rigopiano, quando il 18 gennaio del 2017, una valanga sommerse l'hotel causando 29 morti.

La richiesta di rimborso della ASL

A raccontare questa vicenda che ha dell'incredibile, Gianluca Tanda, 50 anni, ristoratore romano, ma soprattutto fratello di Marco Tanda morto a 25 anni insieme alla fidanzata Jessica Tinari, nella valanga che sommerse la struttura.

Dopo 7 anni da quella terribile tragedia, Elma, la mamma 71enne del ragazzo, ha ricevuto dalla ASL di Pescara il recupero di un piccolo credito di 40 euro per il soccorso, classificato come codice bianco, di quando, la signora nel pronto soccorso dove era stata radunata insieme agli altri parenti di chi si trovava nell'hotel, aveva ricevuto la notizia della morte del figlio.

Il dolore senza fine

"Siamo rimasti scioccati, quando mamma ha preso la raccomandata le tremava la mano e aveva gli occhi lucidi, ha ripensato a quei momenti", ha spiegato Gianluca Tanda. Un credito, spedito chissà da chi e indirizzato alla signora Elma che prima viveva a Castelraimondo ma con il terremoto è stata sfollata a Roma dove vive ora nel quartiere di Centocelle..

"Ora che, piano piano, stavamo dimenticando quei giorni di attesa e dolore, ci arriva questa lettera in cui si chiede di pagare un intervento sanitario. È come tornare indietro a quei giorni - dice Gianluca - Eravamo tutti al pronto soccorso perché lì ci avevano radunati in attesa di notizie, a Farindola non era possibile salire". Il fratello di Marco ricorda poi il momento di quel "soccorso" per cui ora si richiedono 40,97 euro, da pagare entro trenta giorni.

"Eravamo in un sala, accanto al pronto soccorso di Penne - racconta - si parlava di una slavina, non sapevamo nulla di certo sulle sorti di Marco. Eravamo arrivati con tante speranze, ma quando abbiamo visto la miriade di volontari e operatori sanitari abbiamo iniziato a capire la gravità. Poi a mia madre è stato chiesto di riempire un questionario con l'altezza, i segni particolari come tatuaggi e altri dettagli del figlio. Di fronte a quelle richieste si è sentita male, le è mancato il respiro ed è stata subito soccorsa. In quel momento aveva appreso che non era una semplice slavina, ma una vera tragedia".

Il direttore della ASL

Vero Michetelli, direttore generale della Asl di Pescara, ha voluto esprimere vicinanza alla mamma per la perdita del figlio Marco, ma nessuna parola sulla pratica amministrativa. Il direttore ha fatto sapere solo che si tratta di un atto dovuto che la Asl non può fermare, e che si farà carico lui di pagarlo.

Sicuamente un bel gesto, ma forse non sufficiente per chi, come la famiglia Tanda, in quella vicenda ha perso un figlio e che per il dolore provato in quei momenti ora si vede chiedere anche un rimborso.

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