"È una schifezza". Vieta il bagno in piscina agli uomini col turbante: è polemica

In una piscina nel bresciano, due uomini hanno sollevato una polemica perché è stato loro vietato di fare il bagno col turbante. Il gestore: "Tu comandi a casa tua, non in quella degli altri".

Foto di repertorio
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L'estate italiana è stata scandita dalle polemiche legate al burkini e alla consuetudine di molte donne islamiche di fare il bagno, in piscina e al mare, completamente vestite. Specialmente nel nord-est sono state tante le polemiche da parte di chi considera la pratica poco igienica e irrispettosa del Paese. Diverse le associazioni del solito schieramento politico che si sono spese per sostenere il diritto delle donne islamiche di proseguire in questa prassi, che magari sono le stesse che si battono contro il velo perché rappresenta uno dei simboli della sottomissione femminile nel mondo musulmano. Ma ora è nata una nuova polemica, in versione maschile, che ha coinvolto due uomini con il turbante che volevano fare il bagno in una piscina di Chiavari.

I due, di origine indiana ma residenti nella bassa bresciana, sono di religione sikh e questo implica il dover indossare costantemente sul capo un turbante per simboleggiare il legame con Dio. Ovviamente, questo va contro le regole di igiene che sono previste per le piscine, dove viene richiesto a tutti gli avventori di indossare costumi da bagno e cuffiette per la testa, proprio per garantire a tutti i bagnanti di fruire di un luogo pulito e sicuro. La gestione, per cercare di ovviare al problema, ha offerto ai due indiani una cuffia da indossare al posto del turbante ma i due si sono rifiutati di effettuare il cambio. Così, il gestore ha rimborsato loro il biglietto di ingresso e tutto sembrava essersi concluso in quel modo.

Non per uno gli indiani, che ha lasciato una recensione polemica nei confronti della struttura: "Posto carino, ma il regolamento che le persone con il turbante non possono fare il bagno... Secondo me questa è una schifezza, fa molto schifo questa regola. Spero la tolgano". Parole decisamente forti contro un regolamento presente in tutte le piscine del mondo, in cui per la tutela di tutti sono date specifiche indicazioni di abbigliamento. Ed è proprio in risposta al tono polemico utilizzato dall'indiano, che probabilmente vivendo in Italia sa che una rimostranza di questo modo trova terreno fertile nelle solite associazioni e schieramenti, che il titolare ha replicato. La sua risposta non si può certo definire diplomatica, in linea con quanto scritto dall'avventore sikh: "Che fa schifo è quel turbante sudaticcio che avevi in testa. Se vuoi farti il bagno con quella monnezza, lo fai a casa tua, non da noi".

Quindi, il gestore ha aggiunto: "È colpa di gente come te e i tuoi amici se l'integrazione è complicata. Tu comandi a casa tua, non in quella degli altri. Pistola io che vi ho anche rimborsato l'ingresso, perché mi facevate tristezza".

Tante le accuse di razzismo piovute contro la struttura per queste parole ma anche numerose sono le critiche che sono state mosse agli indiani, accusati di non voler rispettare un regolamento chiaro, tentando la strada del vittimismo.

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