"Siate furbi…". Così i trafficanti suggeriscono ai migranti come ingannare l’Italia

Mentire all'Italia e alle sue autorità, essere omertosi sull'identità degli scafisti, svicolare le leggi: così i migranti vengono indottrinati prima di partire per l'Europa

Sbarco a Lampedusa
Sbarco a Lampedusa
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Il governo Meloni e la sua impostazione pragmatica contro l'immigrazione irregolare spaventa i trafficanti sull'altra sponda del Mediterraneo, dove la popolarità del governo italiano è sempre più bassa tra i "commercianti di uomini". Una strategia chiara, sicuramente migliorabile, ma già di per sé stringente rispetto a quelle del passato ha permesso di ridurre di oltre il 60% il numero di migranti illegali, il che ha ripercussioni importanti nel business del traffico di esseri umani nel Mediterraneo. Sono aumentati anche i controlli in arrivo sulle imbarcazioni che sbarcano autonomamente o che vengono recuperate in mare, per intercettare a bordo gli scafisti. Per questa ragione i trafficanti provano a studiare nuove strategie e a spingere i loro "clienti" a farsi furbi all'arrivo in Italia, in poche parole li invitano a mentire alle autorità.

Non sono da confondersi con i trafficanti: gli scafisti sono coloro che materialmente prendono possesso dell'imbarcazione in Africano e la guidano in Italia. Sono a loro volta migranti ma godono di particolari privilegi, come prezzi scontati o gratuiti per salire a bordo delle carrette del mare. C'è chi li considera vittime del sistema ma, in realtà, sono volontari che sanno a cosa vanno incontro e se ne assumono rischi e responsabilità. A Pozzallo, nei giorni scorsi, la squadra mobile ha fermato un presunto scafista egiziano in relazione a uno sbarco di 28 migranti avvenuto proprio nella città del ragusano lo scorso 30 novembre. Per lui, l'accusa è di favoreggiamento all'immigrazione clandestina. Avrebbe condotto un barchino in vetroresina salpato nei pressi della città di Tripoli e successivamente soccorso in mare da una motovedetta della Capitaneria di porto in acque internazionali e si trova attualmente recluso nel carcere della città iblea.

La notizia è arrivata fino alle numerose pagine dove si radunano i migranti e dove i trafficanti lavorano alla propria propaganda, reclutando anche la manodopera per ogni lancio. "Il 43enne sarà accusato di favoreggiamento e incentivazione dell'immigrazione clandestina e dell'ingresso illegale nel territorio dello Stato italiano", scrive il gestore di una delle pagine, costantemente impegnato nel "suggerire" strategie ma anche a informare sul successo, o meno, dei "convogli" e a incoraggiare i giovanissimi a lasciare le proprie case per diventare "soldati" e partire in direzione dell'Europa, Italia o Spagna è indifferente. "Non dirò il messaggio che esce da questo caso ma siate furbi quando arrivate. Non vi suggerisco altro", conclude.

Quel che intende è chiaro: ingannate gli italiani al vostro arrivo. E il messaggio non è rivolto solamente agli scafisti ma anche a chi viaggia con loro: non dite chi ha guidato l'imbarcazione. Spesso, infatti, le autorità si basano sulle testimonianze degli stessi per intercettare chi si trovava ai comandi, anche se spesso non è necessario. Una strategia che probabilmente piacere alla sinistra che, spesso, ha criticato le autorità che hanno proceduto contro gli scafisti, considerandole povere vittime.

È nota l'esternazione dell'onorevole Laura Boldrini che, solo poche settimane fa, ha definito gli scafisti "anello debole" del sistema. Anche queste esternazioni arrivano ai trafficanti, diventando materiale di propaganda che incentiva le partenze verso l'Europa degli irregolari e, di conseguenza, aumenta il rischio di morti in mare.

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