Un'iniziativa per ricordare due protagonisti della Prima Repubblica, intitolando una via a Giorgio Almirante e un'altra a Enrico Berlinguer e lanciando al tempo stesso un messaggio di unione per superare definitivamente lo scoglio delle ideologie. Un ostacolo che Anpi e sinistra sembrano tuttavia intenzionate a rimarcare, mettendosi di traverso per quel che concerne l'omaggio al leader del Movimento Sociale Italiano ed innescando la polemica. Questo è quanto sta succedendo in queste ore a Grosseto, per un segnale di distensione lanciato dall'amministrazione di centrodestra che Anpi ed opposizione non sembrano però intenzionate ad assecondare. Tutto è iniziato quando il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna e il deputato Fabrizio Rossi (esponente di Fratelli d'Italia in Parlamento che ricopre anche il ruolo di assessore all'urbanistica della città toscana) hanno annunciato il piano di lottizzazione di un quartiere nuovo cittadino che prevede fra le altre cose modifiche alla toponomastica.
Intitolazioni di nuove strade per le quali gli esponenti del centrodestra hanno deciso di agire in maniera salomonica e fortemente simbolica, per ricucire le "ferite" di quasi ottant'anni fa (in una zona tradizionalmente "rossa" come la Maremma) in un'ottica di dialogo e distensione. Il progetto prevede una nuova strada che prenderà il nome eloquente di via della Pacificazione Nazionale, che ha sua volta si dividerà in due tronconi: il tratto di sinistra si chiamerà "via Enrico Berlinguer", quella di destra "via Giorgio Almirante". Simbolismi non casuali, sin dalla scelta dei nomi di due politici così diversi tra loro eppure amati e rispettati dagli elettori. E a confermare i rapporti cordiali che correvano fra i diretti interessati, ci fu la presenza dello stesso Almirante ai funerali di Berlinguer. "Si tratta sicuramente di un progetto molto importante che ci eravamo prefissati di raggiungere - hanno commentato Vivarelli Colonna e Rossi - intitolare queste strade alla pacificazione nazionale e a personalità così significative per la storia democratica italiana rappresenta la volontà della nostra amministrazione di onorare e rispettare la loro memoria e il ricordo comune".
Un "ramoscello d'ulivo" che nè il Pd nè l'Anpi vogliono tuttavia cogliere per un episodio che risale agli anni della Seconda Guerra Mondiale: si tratterebbe dell'eccidio di Maiano Lavacchio, risalente al 22 marzo del 1944 e che vide l'esecuzione di undici giovani (perlopiù grossetani) rifiutatisi di aderire alla Repubblica Sociale Italiana. All'epoca Almirante era capo di gabinetto del Ministero della Cultura Popolare e l'Anpi continua ancora oggi a considerarlo fra i "mandanti morali" di quell'operazione, alla luce di un documento il 17 maggio del '44 (pubblicato dalla prefettura di Grosseto) nel quale invitava "sbandati ed appartenenti a bande" a consegnare le armi e ad arrendersi. La sezione locale dell'associazione dei partigiani ha quindi richiesto di dedicare la via ai "partigiani caduti per difendere la nostra libertà" e starebbe valutando la possibilità di organizzare una manifestazione di protesta nei prossimi giorni. Un secco "no" quindi, che ha indotto Rossi a non risparmiare una "stoccata" alla sinistra.
"Ecco la differenza tra noi, che proviamo un serio dialogo politico da sempre - il suo pensiero, espresso in una nota su Facebook - e chi fa dell’odio ideologico il proprio cavallo di battaglia".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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