Strattonata e picchiata al rientro dal lavoro: l'aggressione choc alla studentessa a Milano

Ancora un'aggressione a Milano, ancora una donna nel mirino di criminali senza pietà in una città sulla quale il sindaco non sembra avere il controllo

Strattonata e picchiata al rientro dal lavoro: l'aggressione choc alla studentessa a Milano
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Milano è la città meno sicura d'Italia. Lo dicono i dati ma anche la percezione di chi la città la vive ogni giorno e dei turisti, che ormai sempre più spesso notano ampie sacche di criminalità in svariate parti della città. L'accoglienza indiscriminata promossa dalla sinistra ha di fatto peggiorato una situazione già di suo critica: sbandati senza casa e senza documenti sono tra i principali autori delle violenze e dei reati con strappo in città. Durante il giorno e la notte, non esiste più un angolo sicuro a Milano ma è soprattutto quando scende la sera che diventa una sorta di Gotham City. Tra gli ultimi casi di violenza in città c'è quella subita da Maria Federico, 21 anni, che sabato sera è stata aggredita al termine della serata di lavoro in un locale di Porta Venezia, una delle zone maggiormente frequentate la sera a Milano.

Erano circa le 3.40 quando la ragazza, studentessa campana fuori sede che lavora per mantenersi al Politecnico di Milano, stava rientrando a casa. Un uomo, un 29enne egiziano senza fissa dimora, l'ha aggredita alle spalle per rubarle la borsetta. Ad avere la meglio è stata la ragazza, anche grazie all'aiuto di un uomo che ha un locale poco distante, ma sul suo volto ci sono ancora i segni di quell'aggressione. "Non ti do niente, te ne devi andare", ha urlato contro l'uomo, attirando l'attenzione. C'era poca gente in strada a quell'ora e, come spesso accade, Maria stava rientrando da sola a casa. Nessuno con il quale condividere un pezzo di strada o a cui chiedere un passaggio, ma questo non dovrebbe essere un elemento determinante in una società civile. Che città è quella in cui una donna è costretta ad avere sempre qualcuno con sé per evitare aggressioni?

"Non voglio consegnargli la borsa dove ho le chiavi dell'appartamento: abito da sola. Siamo in piedi, inizia una colluttazione e io urlo, urlo forte. Mi difendo. Ha occhi feroci. Poi mi ritrovo a terra, non ricordo com'è successo, dove mi abbia colpita, se al volto o alle gambe", ha spiegato la 21enne al Corriere della sera, ripercorrendo quei momenti.

All’ospedale Niguarda le hanno dato 30 giorni di prognosi per l'aggressione, che non è finita in modo peggiore solo grazie all'intervento del locandiere e di una coppia, che le ha prestato il primo soccorso. "Subirà un processo per direttissima, spero non torni libero dopo pochi giorni", dice la ragazza, auspicandosi che non accada quanto spesso si legge nelle cronache.

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