Tino Stefanini: "Il mio nome nell’inchiesta con Caminiti? A S.Vittore ero il suo testimone di nozze"

Con Vallanzasca negli anni ruggenti della Comasina, ora assicura che per lui il calcio è solo uno sport Intercettato

Tino Stefanini: "Il mio nome nell’inchiesta con Caminiti? A S.Vittore ero il suo testimone di nozze"
00:00 00:00

«Ah, c’è anche il mio nome?». Sembra di vederlo sorridere, dietro i baffoni canuti, Tino Stefanini (nella foto). Nelle carte dell’inchiesta sulle curve dell’Inter e del Milan ci sono i nuovi padroni dello stadio, le facce da maxiprocesso arrivate dalla Calabria a prendere in mano il business del tifo organizzato. Ma nelle pieghe dell’ordinanza di custodia salta fuori anche il suo nome, ed è un tuffo nella Milano nera di una volta: Santino Stefanini detto Tino, milanese, classe 1952, uno che ha attraversato accanto a Renato Vallanzasca gli anni ruggenti della Comasina. E che adesso, pagato il suo debito con la giustizia, si è reinventato come cantore di quegli anni: libri, interviste e la linea di t-shirt «Malamilano», fondata insieme al bel Renè e a un altro veterano del settore, Osvaldo Monopoli. La polizia, nel corso delle indagini sugli ultrà dell’Inter, si è imbattuta anche nel vecchio Tino. Lo intercetta mentre parla con Pino Caminiti, il calabrese accusato di fare da tramite tra il business dei parcheggi e la criminalità organizzata. I due chiacchierano, c’è anche il fratello di Stefanini, secondo la polizia c’è di mezzo una fornitura di hashish. Ma l’affare non si chiude. «È troppo caro!», dice uno dei fratelli.

E dunque, Stefanini? Lei rispunta all’improvviso, quando meno ce lo si aspetta. Cosa faceva con Caminiti?

«Ma davvero hanno messo il mio nome nell’ordinanza?»

Pare di sì

«Beh, cosa devo dire... Caminiti lo conosco bene, su questo non c’è dubbio. Siamo stati in carcere insieme, sono stato anche suo testimone di nozze quando si è sposato a San Vittore».

Secondo la polizia parlavate di un affare di droga. Droga leggera, ma sempre droga.

«Sarà stato un pour parler».

Prego?

«Ma sì, una chiacchierata tanto per dire. Di certo non ho fatto niente di male, altrimenti mi avrebbero arrestato, no?»

Evidentemente. Ma oltre a Caminiti conosce anche altri indagati? È anche lei uomo da curva?

«Guardi, a me quel mondo lì non mi interessa. Mi piace il calcio, quando posso vado alla partita, tutto lì».

Inter o Milan?

«Inter, che domanda! Non sono un habituè, però. Se vado allo stadio vado un po’ prima, passo al Baretto davanti a San Siro, sto lì, bevo un bicchiere in compagnia. Capita che trovo dei vecchi amici.
Succede anche che gente che non conosco, ma che mi ha visto sui libri o in televisione mi ferma, fa due chiacchiere, chiede di fare una foto insieDiscorsi di droga?
Ma no, sarà stato un “pour parler”, altrimenti mi avrebbero già arrestato me. Che male c’è?»,

Nessuno.

«Ho sentito alla televisione degli arresti. Non so che dire, sono cose che non conosco e che non mi interessano. Se posso guardo la partita allo stadio, se non posso la guardo in televisione e amen».

Però Caminiti si sfoga con lei sulle pretese di Boiocchi, “il parcheggio è mio! Che nessuno venga a prendere l’erba del mio giardino”. Conosceva anche Boiocchi?

«Eh sì, ma direi che non c’è niente di strano. Anche lui era stato per anni in carcere, ci siamo conosciuti lì».

Sapeva che era il capo della Curva Nord?

«Non sono cose che mi interessano».

E gli altri li conosceva? Bellocco, il calabrese che è morto?

«Non credo proprio».

E Beretta, il milanese che

lo ha ammazzato?

«Direi proprio di no. Il calcio per me è solo vedere la partita, fare un po’ di tifo e stop. Non credo che sia un reato. E se avessi fatto qualcos’altro avrebbero portato via anche me, non crede?».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica