"Troppi atti vandalici, va spostato". Il museo della Shoah a rischio per colpa dei pro Pal

Escrementi, minacce, scritte e teste di maiale: le minacce dei Pro Pal al cantiere del Museo della Shoah spaventa i residenti. Spostato anche l'asilo israeliano

"Troppi atti vandalici, va spostato". Il museo della Shoah a rischio per colpa dei pro Pal
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Da diversi anni è in costruzione in via Torlonia, zona Nomentano di Roma, il Museo della Shoah. In cantiere è in corso ma ora i residenti chiedono che il monumento non venga realizzato o, per lo meno, non venga realizzato lì. Il motivo risiede nei continui atti minatori che vengono fatti contro lo stesso cantiere, atti vandalici e intimidatori che i Pro Palestina, con costante intensificazione a partire dal 7 ottobre 2023, mettono in atto. Teste di maiale, escrementi, scritte, volantini e quant'altro vengono trovati quasi quotidianamente e i residenti di zona hanno iniziato a temere per la propria incolumità, sospettando che possa verificarsi un'escalation.

La tensione è talmente alta che i residenti di zona hanno firmato un esposto, già consegnato alle autorità competenti, per esprimere il proprio disagio e malessere. "Oggi è stata formalmente consegnata tramite pec, su incarico dei molteplici firmatari, al Dipartimento di Sicurezza Pubblica, al Questore di Roma, al Commissariato di Zona, la segnalazione di atti di violenza, intimidatori e minacce in via Alessandro Torlonia, la via dove è previsto che venga realizzato il nuovo Museo della Shoah", ha spiegato l'avvocato Rosa Sciatta Ferri all'Adnkronos. Il legale ha specificato che, con questo esposto, "i residenti del quartiere invocano il loro diritto a vivere in sicurezza e chiedono che la sicurezza pubblica sia tutelata, 'prevenendo' il compimento di reati che danneggerebbero persone e cose".

Si chiede maggiore presenza dell'ordine e la sospensione dei lavori perché, sottolinea l'avvocato, "la sicurezza pubblica è un bene tutelato dalla Costituzione che la cita una decina di volte, e dal legislatore che la tutela in molti atti normativi di grado primario". La violenza dei Pro-Pal è ormai nota, le azioni di sabotaggio e minatorie sono sempre più frequenti perché più organizzate. I cittadini non vogliono vivere con la paura di essere vicini a un obiettivo sensibile che, a detta loro, non può essere adeguatamente tutelato. La continua presenza di scritte e "avvertimenti", come possono essere gli escrementi e le teste di maiale, "testimonia la costante presenza nel luogo di soggetti pericolosi. Ciò non può che alimentare lo stato di incessante minaccia e allerta in cui i residenti sono costretti a vivere dall’apertura del cantiere".

Nell'esposto, i residenti hanno sottolineato che c'è stato lo spostamento dell'asilo israeliano, il che lascia intuire l'esistenza di un concreto pericolo per la sicurezza. Ma, "se è così, non si comprende perché non si è fatto altro per tutelare la sicurezza di tutti gli altri cittadini, proprietari e residenti nella zona". L'area di via Torlonia è densamente popolata e multiculturale, vi abitano italiani, così come arabi ed ebrei, spiegano ancora, il che rende quel monumento un bersaglio simbolico.

Per questa ragione, in conclusione, si rivolgono al municipio di Roma Capitale: "Rivaluti la localizzazione del progetto, provvedendo allo spostamento del monumento in altra zona meno popolata e più agevolmente tutelabile".

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