Troppi debiti, all'asta la sezione di Berlinguer. E a sinistra finisce in rissa

I conti del Pd sono in rosso e, su 16 sezioni che non pagano l'affitto, c'è anche quella dell'ex leader del Pci Enrico Berlinguer

Troppi debiti, all'asta la sezione di Berlinguer. E a sinistra finisce in rissa
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C’è del rosso a sinistra. Non più il colore delle bandiere ma quello dei conti e fra questi risultano le proprietà immobiliari, sedi di partito e delle varie sezioni. A Roma ce ne sono 16 che non hanno pagato l’affitto, una fra tutti, a Ponte Milvio, porta il nome di Enrico Berlinguer che a quella sezione era iscritto. Dal Pci al Pd è stato un attimo, infatti proprio in quei locali davanti è stata di recente inaugurata, alla presenza dell’attuale capo del partito, Schlein, la mostra dedicata al quarantennale della scomparsa del segretario storico. Ma l’associazione che per l’appunto porta il nome di Berlinguer ha un responsabile che si occupa di tutelare il patrimonio contabile e storico culturale del partito, Ugo Sposetti è il compagno che esige i pagamenti dei sospesi, retaggi del Pci che fu e di gestioni non sempre oculate degli eredi trasformati in Pd. Le sedi sono state dunque messe in vendita, si tentano collette, si punta sul 2 per 1000, si prova con le comode rate come si trattasse di materassi e divani, si apre un contenzioso all’interno del partito, il 20 di gennaio l’assemblea dei soci delle fondazioni farà il punto ma senza soldi c’è davvero il rischio di perdere quelle proprietà della capitale. La storia finisce all’asta. Eppure, a pensarci bene, ci sarebbe una soluzione immediata per scongiurare il pericolo di vendita e /o di sfratto: incaricare l’europarlamentare Ilaria Salis di occuparsi, in tutti i sensi a lei congeniali, della vicenda, le dimore sarebbero salve, i conti no ma nel nome della sinistra tutto è lecito, tutto è possibile.

Del resto nel manifesto del partito si ricorda che “é tempo di abbattere gli ostacoli che vengono da una società chiusa, soffocata dal corporativismo e che difende l’esistente e le rendite di posizione”. Cambiano gli slogan, “Proletari, anzi proprietari di tutto il mondo, unitevi”.

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