"Cambiare rotta", Askatasuna e i "bravi ragazzi" col pallino degli anni di Piombo

A Torino esiste un legame stretto tra Cambiare Rotta e Askatasuna, ultimo baluardo di quell'Autonomia operaia che negli Anni di Piombo ha insanguinato l'Italia

Foto di repertorio
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Qualcuno li chiama "bravi ragazzi" o "studenti idealisti" e il rischio è, così, di sminuire quanto sta accadendo nel Paese. Il riferimento è ai collettivi che si stanno diffondendo con sempre maggiore capillarità e che rischiano di diventare davvero un problema per l'ordine democraticamente costituito. Gli assalti nelle università e la violenza nei cortei sono un aspetto da non sottovalutare, anche perché nella maggior parte dei casi, a tessere le fila dei collettivi scolastici è un'organizzazione ben strutturata che prende il nome di Cambiare rotta.

Ha alle spalle "La rete dei comunisti", che ne garantisce la sopravvivenza e ne utilizza il potenziale per diffondere l'ideologia comunista tra i giovani e i giovanissimi. "Cambiare rotta", infatti, agisce anche come "Osa" all'interno dei licei italiani, accentrando sotto il suo ombrello i piccoli collettivi che nascono all'interno delle scuole. Si hanno notizie di interventi esterni in occupazioni violente sia a Roma che a Milano da parte di "Osa" in alcuni licei ma ci sono informazioni ancora più preoccupanti che arrivano da Torino. La situazione del capoluogo sabaudo di potrebbe riassumere con: "Non si muove foglia che Askatasuna non voglia". Il centro sociale che riceve protezione politica da, ormai, molti anni ma, come ci viene riferito da Luca Pantanella, segretario per il Piemonte del sindacato FSP della Polizia di Stato, gli esponenti di Askatasuna "sono gli ultimi esponenti riconosciuti di Autonomia Operaia".

È inutile star qui a spiegare chi sia Autonomia Operaia e i danni che ha causato al Paese negli Settanta, diventando una delle principali sigle degli Anni di Piombo, capace di lasciare dietro sé una scia di sangue senza precedenti. Askatasuna continua a mantenere vivi i valori di questa tradizione e "Cambiare rotta", insieme a "Osa", a Torino sono strettamente legati. Fonti anonime di polizia riferiscono che "Cambiare rotta lavora a stretto contatto con l'Autonomia operaia". E non stupisce, considerando che chi permette la sopravvivenza delle due organizzazioni è la "Rete dei comunisti" che guarda con nostalgia ai moti violenti del '77 italiano, alla "guerra a bassa intensità".

Per capire chi sono questi individui, lo scorso 10 marzo a Bologna hanno organizzato un evento, proprio insieme a "Cambiare rotta" per "onorare la memoria di una, anzi più generazioni, di rivoluzionari che non può essere dimenticata, né strumentalizzata da chi era, o ha scelto poi, di stare dall’altra parte della barricata". Ecco chi c'è dietro i collettivi studenteschi delle università e dei licei, quali sono le ideologie che li muovono. E se ancora vengono considerati semplicemente "studenti ideologici" non si è ben capita la portata del movimento, che nel giro di pochi anni, grazie alla capillarità di Cambiare rotta, ha messo radici in tutto il Paese.

Il gesto della pistola fatto in Senato da uno studente di spicco del collettivo del liceo Righi di Roma, che l'ha candidamente spiegato come "un gesto che ha radici precise di lotta" che "arriva dalla storia di Autonomia Operaia" avrebbe dovuto mettere in allarme su come i fatti del Settantasette, e non solo, stiano arrivando agli studenti di oggi. Certo, per quel gesto lo studente si scusa, come ha spiegato a Repubblica, ma se è arrivato a concepirlo, non c'è da stare tranquilli.

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