Tra le dieci città che ieri hanno ospitato i Pride c'è anche Torino, che non ha ricevuto il patrocinio della regione come già avvenuto a Roma e Milano. Il capoluogo piemontese è una delle piazze più attive ma come spesso avviene, la manifestazione si è trasformata nel solito strumento di denigrazione e di offesa. Se la comunità Lgbtq pretende rispetto per le sue idee e le sue battaglie, al tempo stesso risulta essere completamente incapace di darlo, come dimostra anche la sfilata di Torino, dove alle spalle del sindaco, che camminava in prima fila con tanto di fascia tricolore, è comparso un manifesto che dileggia la religione cristiana, offendendone uno dei suoi simboli più sacri, il crocefisso.
A esporlo un uomo di mezza età, che in una mano teneva il cartello "nato frocio" e nell'altra l'immagine di una donna incinta, completamente nuda e crocifissa, che in tanti ricorderanno essere stata la copertina di un noto settimanale in favore dell'aborto nel 1975. Ma non è stata una persona qualunque a esibire il cartello, bensì un esponente della maggioranza consiliare del Comune di Torino. Un richiamo all'aborto, ma anche all'utero in affitto, che questo governo combatte perché contrario a qualunque valore e svilente per la donna, che viene invece invocato dalla comunità Lgbtq che invoca il diritto alla genitorialità. Tanti gli slogan in favore dell'utero in affitto durante il Pride, locuzione che però viene edulcorata e chiamata Gpa (gravidanza per altri) dai suoi sostenitori, desiderosi di annacquare con un termine più soft quello che realmente questa pratica comporta.
"Il pride torinese si conferma palcoscenico per dare visibilità alle peggiori provocazioni offensive verso la sensibilità religiosa comune al solo fine di attaccare il governo e sostenere la pratica dell’utero in affitto", dichiara l'assessore alle Politiche sociali della Regione Piemonte Maurizio Marrone. L'assessore, quindi, aggiunge: "Questa volta non è un manifestante comune ad esibire la vecchia copertina dell’Espresso che profana la crocifissione, già sequestrata ai tempi per vilipendio alla religione, bensì l’esponente di +Europa nella maggioranza consiliare di centrosinistra a sostegno di Stefano Lo Russo, che ha sfilato ostentando il cartello offensivo proprio accanto al sindaco e al vice presidente del Consiglio regionale, Daniele Valle".
Un tentativo di legittimazione istituzionale da parte degli esponenti della sinistra, che la Regione ha impedito ufficialmente non offrendo il patrocinio all'iniziativa, memore del "trappolone" ordito alla Regione Lazio. "Sono questi i messaggi che dovremmo onorare con il patrocinio istituzionale della Regione?", ha concluso Marrone.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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