"Voglio quella Lamborghini". I video-vergogna degli youtuber e l'eterna rincorsa

Non sono ricchi e cercano di replicare con risultati imbarazzanti uno Youtuber di successo: sono l'emblema di una generazione di "vorrei ma non posso" che ha assunto una deriva pericolosa

"Voglio quella Lamborghini". I video-vergogna degli youtuber e l'eterna rincorsa
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Giocare a fare gli influencer facendosi camminare una tarantola addosso per qualche like, resistendo nudi immersi in 25 Kg di ghiaccio o altre sfide così stupide. Questi sono TheBorderline. Video che vengono realizzati in totale sicurezza ma che sono comunque pericolosi per chi potrebbe tentare l'emulazione, e di casi come questi non se ne contano. Video in cui, comunque, almeno apparentemente, a rischiare la pelle sono solamente loro per qualche like in più. Ma pare che per una sfida assurda, ossia resistere 50 ore a bordo di una supercar di lusso come il SUV Lamborghini Urus, preso a noleggio, è morto un bambino di 5 anni, mentre sua madre e sua sorella sono ricoverate in gravi condizioni.

Viaggiavano a bordo di un'utilitaria come tante, di cui è inutile anche mettere il brand, e sono stati travolti dalla vettura guidata da un ventenne del gruppo sui viali di Casal Palocco, zona residenziale di Roma. Pare che stessero registrando video per la sfida "50 ore su una Lamborghini Urus". Le chiamano challenge, ma qualcuno potrebbe anche chiamarle in altro modo meno esotico. Meno di un anno fa fecero qualcosa di simile con una Tesla Model 3 che veniva descritta come un auto capace di fare da "da 0 a 100 in 3 secondi" e con "interni da paura", per un valore di "70mila euro". È il vero preludio di quanto fatto nelle scorse ore: "A 100mila like faremo 50 ore in una Lamborghini Urus". Successivamente, la ragazza presente in auto in quell'occasione, che pare fosse presente in auto anche nel momento dell'incidente, aggiunge: "Ragazzi fatelo che voglio andare su quella Lamborghini". E c'è andata ma forse avrebbe preferito non salirci. A 100mila non ci sono nemmeno mai arrivati ma l'adrenalina era evidentemente troppo forte per rinunciarvi, comunque.

I video registrati prima dello schianto sono stati eliminati o, comunque, si trovano all'interno del profilo Instagram che nel frattempo è stato chiuso. Alcune ore prima i giovanissimi si rivolgevano così a un'utilitaria, della stessa casa di quella travolta: "Ma questo con la Smart che sta facendo? A bello, la macchina tua costa 300 euro usata al Conad, la mia costa un miliardo". Peccato che fosse presa a noleggio. Dei video sulla Lamborghini non c'è più traccia: spariti. La vita di questi ragazzetti è un'eterna rincorsa a un famosissimo Youtuber americano. Peccato che lui faccia video estremi di sopravvivenza in Antartide e loro si debbano accontentare dell'Appennino, per esempio, fingendo di essere in un bosco pericolosissimo. Delle "cafonate", come le definirebbe qualcuno. E che lui, probabilmente, conosca i suoi limiti e non rischi la vita di altre persone nelle sue "imprese". "Non siamo ricchi ma ci piace spendere per farvi divertire a voi", scrivono in un italiano incerto come bio dei loro profili, il manifesto del "vorrei ma non posso" all'epoca dei social.

Poi arriva lo schianto e i cinque compagni tentano di cancellare ogni prova social, anche i commenti di chi nel frattempo li critica spariscono. "Trovate anche il tempo per questo", si legge in un commento. Ma i social non dimenticano e questo resterà per sempre come un'enorme macchia indelebile sulla reputazione dei TheBorderline, che per qualche like in più hanno probabilmente strafatto, rubando la vita di un bambino di cinque anni, rovinando la vita di una famiglia e anche la loro. Il gruppo probabilmente scomparirà dopo questo episodio, incapaci di reggere a un'onda d'urto di questa portata.

Resta da capire perché la generazione Z sia così attratta da questi fenomeni, i quali guadagnano soldi versando chili di sabbia in una stanza da letto per trasformarla in una spiaggia per esempio, o "vivendo" all'interno di una scatola per 50 ore. Ora sono tanti gli interrogativi che dovranno risolvere gli inquirenti in merito all'incidente. Ma scorrendo i profili social del gruppo che ancora non sono stati chusi, le domande sono forse ancora di più.

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