«Se devo essere onesto, ogni giorno mi devo far forza. Ogni giorno è una battaglia. Vivere senza di lei mi è ancora impossibile». Con questa disperante dichiarazione l’attore Liam Neeson ha presentato nei giorni scorsi il suo documentario, intitolato The Wildest Dreams, che rivisita la scalata di George Mallory. Mallory era stato il primo alpinista a tentare, nel lontano 1924, di raggiungere la vetta dell’Everest, dov’era scomparso tra i ghiacci.
A rendere quella dichiarazione di Neeson straziante è la voce di sua moglie, l’attrice Natasha Richardson, che nel documentario narra le vicende della moglie di Mallory, Ruth. Liam Neeson e Natasha Richardson avevano prodotto insieme il lungometraggio e a vederlo sembra proprio che la Richardson sia ancora lì, con i suoi 45 anni carichi di successi cinematografici, di una dolcezza tutta inglese e di quel profondo amore per il marito. Invece, due mesi dopo aver concluso le riprese, la Richardson - erede della più grande dinastia teatrale britannica e figlia di Vanessa Redgrave - aveva subito una banale caduta su una pista di sci di Mont Tremblant. Era il marzo del 2009. Due giorni dopo Neeson annunciò il decesso della moglie e la sua decisione a donarne gli organi.
La coincidenza con la trama di The Wildest Dreams non può sfuggire: anche lei, come Mallory, era rimasta vittima dei ghiacci, e le immagini dell’Everest innevato ancora tormentano Neeson.
Gli amici dicono che gli è stato molto difficile presentare questo film-documentario che ricostruisce le ultime ore di vita dello scalatore, poco più giovane della Richardson nel momento della sua scomparsa. Come l’alpinista, anche l’attrice ha abbandonato un marito che si è piegato in due, durante l’anteprima, nella scena finale del documentario ascoltando la sua voce che, interpretando Ruth Mallory, diceva: «Tesoro, non posso pensare di non rivederti mai più. Ti amo, non so vivere senza di te».
Chi gli era seduto vicino ha detto che all’attore per un attimo è mancato il fiato. Eppure quell’addio della sua Natasha l’aveva sentito migliaia di volte, in sala di montaggio, mentre metteva a punto il documentario che sarà trasmesso, a partire da oggi nella splendida sala del Johnson Imax Theater nel cuore dello Smithsonian National Museum di Washington.
I critici l’hanno definito un capolavoro e i biglietti sono andati esauriti. Prodotto da Neeson insieme alla National Geographic, The Wildest Dreams vede l’attore Ralph Fiennes - da sempre grande amico di Neeson - nei panni dello scalatore inglese. Mallory insieme a un amico aveva tentato, per primo, la scalata delle più alta vetta al mondo, nella catena dell’Himalaya. Secondo la versione ufficiale, a pochi passi dalla vetta, a 8.844 metri, Mallory si arrese, anche se non è stato mai appurato se avesse effettivamente raggiunto la cima prima di morire; il suo corpo fu miracolosamente scoperto tra i ghiacci settant’anni dopo, da uno scalatore che ha collaborato al documentario. Grazie anche al ritrovamento del suo diario, Neeson e sua moglie avevano cercato di stabilire se Mallory avesse effettivamente raggiunto la cima dell’Everest. Prima di scalare la montagna l’alpinista aveva promesso alla moglie che, nel caso in cui fosse riuscito a raggiungere la cima, vi avrebbe lasciato una sua foto, mai ritrovata.
Neeson stava girando un film a Toronto quando la Richardson fu ricoverata a Montreal per un trauma cranico. I due, al contrario della stragrande maggioranza delle coppie di Hollywood, dopo 15 anni di matrimonio erano ancora innamoratissimi. I loro due figli, Michael che ha 15 anni e Daniel di 13, devono ancora far coraggio al padre, ogni mattina, quando si alza nella villa di Millbrook, a due ore di macchina da New York, che aveva costruito con Natasha.
Anche se Neeson è tornato al cinema pochi mesi dopo la perdita della moglie, girando Clash of the Titans - rifacimento di un colossal hollywoodiano in cui ha recitato accanto al suo amico Fiennes - molti ruoli gli riescono ancora difficili. Pur essendosi aggiudicato una nomination all’Oscar quale protagonista del film Schindler’s List, Neeson ha appena dichiarato di aver rinunciato a interpretare il presidente americano Abramo Lincoln nell’omonimo kolossal diretto da Steven Spielberg.
«A 58 anni sono più vecchio dell’età di Lincoln nel giorno del suo assassinio», ha messo le mani avanti Neeson, ma molti dicono che in realtà non abbia ancora il coraggio di sostenere una parte così drammatica, preferendo invece ruoli più leggeri come quello di A Team, anche se forse non all’altezza di un Oscar... ma chissà? Intanto, Neeson comincerà a breve le riprese del film Selma, nel quale apparirà nelle vesti del presidente Lyndon Johnson. Un film diretto da Lee Daniels sul reverendo Martin Luther King.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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