Nel «Getsemani» una passione al femminile

Giovanni Antonucci

Getsemani di Giancarlo Marinelli, in prima nazionale nella palladiana Villa Valmarana ai Nani di Vicenza e in tournée, è un testo di inconsueto rilievo sia per l’altezza dei contenuti che per la scrittura drammaturgica tesa e sottile. Prodotto dallo Stabile La Piccionaia-I Carrara e ispirato liberamente a opere di Berto, Cibotto e Saviane, ha per protagoniste Maria Maddalena e Claudia Procula, moglie di un Ponzio Pilato lacerato fra clemenza e «giustizia politica». Sono due donne diverse fra loro, la prima espressione del popolo, la seconda rappresentante di un potere che pure conosce l’ombra del dubbio. Le accomuna il desiderio di salvare Gesù, senza per questo tradire il Padre, perché credono nella vita e non si rassegnano ad accettare la passione e la morte di Gesù. Accanto a loro vivono una ragazza stuprata dai soldati romani e Elena, un’amica di Claudia. Il giardino di Getsemani diventa il giardino del nostro dolore ma anche il senso del nostro riscatto.

La regia dello stesso autore è esemplare nel cogliere i risvolti del dramma, grazie anche alle interpretazioni di Michela Ottolini, appassionata Maria Maddalena, Gaia Zoppi, lucida Claudia Procula, Carlo Presotto, Pilato autorevole, Valentina Morini, emozionante «umiliata e offesa» e Vanina Marini, Elena di bella evidenza. Completano il cast gli allievi della Link Academy dell’Università di Malta.

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