Nel solito «Quelli che il calcio» Victoria batte Simona di misura

Soltanto tre volte «insomma» contro il centinaio, abbondante, della Ventura. Victoria Cabello è spaesata, ma nemmeno troppo, tanto sa bene che a Quelli che il calcio di pallone si parla pochissimo. Anche per non offendere la conduttrice storica, che preferiva largamente sproloquiare sulla desolante Isola dei famosi. Victoria si presenta in maglietta e jeans: ottima scelta, specie per i pantaloni; finge una tremarella che probabilmente c’è, ma non si vede, e azzecca clamorosamente la prima gag. Quando esce di corsa dallo studio, monta sul sellino della Vespa del consenziente Seedorf e gli sibila: «Tu sei Eto’o, salutami Barbara». Dai, è divertente.
Più opaco il Trio Medusa, seduto sotto il palco su cui troneggia l’unico vero calciofilo, Massimo Caputi, vedovo del defenestrato (scommesse) Stefano Bettarini, al cui posto c’è un coreano, Suri Chung, presenza inquietante e per il momento incomprensibile, accanito bocciatore del calcio italiano. Dunque il trio presenta la rubrica «90 secondi», un minuto e mezzo di battute così così. La meno peggio: «Dalle intercettazioni: Berlusconi chiama Tarantini e gli ordina una quattro stagioni». Poi lancia il quesito al pubblico degli sms: «Qual è la domanda più strana sul calcio che vi ha fatto la vostra donna?». Questa non male: «Perché quel deficiente del portiere non tira mai in porta?».
Esilarante il clone azzimato di Oscar Giannino, che spiega con humour britannico e italianissimo cinismo la differenza tra ricchi e poveri, ricordando nell’aplomb, chissà se consapevolmente, il mitico Gianluigi Marianini, impeccabile nobiluomo snob dell’antico Lascia o raddoppia? Ci vogliono venti minuti perché i risultati delle partite appaiano in sovrimpressione: come si dice, meglio tardissimo che mai. Poi però i gol successivi verranno annunciati in diretta, tanto per accontentare i rari appassionati di passaggio. Rari, perché conoscono bene il menu della trasmissione.
Di routine il collegamento con gli stadi, dove in tribuna siedono un vip (Battiston, Pannofino, Paragone) e un carneade, così come i buffi tipi reclutati in studio, ciascuno a cazzeggiare su un determinato match: per dire c’è una giapponese, un tedesco e un ex idraulico di Palermo, che misteriosamente tifa Bologna. Da scompisciarsi l’intervento della sedicente poetessa dal sesso incerto Paula Gilberto do Mar (l’attrice Virginia Raffaele) che recita un irresistibile mix di L’infinito, La vispa Teresa e Fratelli d’Italia. Più scontato il Tg di un’inesistente «Rai 24», che sbeffeggia le news di Sky, con i due conduttori, un lui e una lei, bellocci e imbranati.
Arriva anche Cesare Prandelli con l’ex compagno di squadra della Juve anni Ottanta e ora edicolante Roberto Tavola: inevitabile il collegamento con Trapattoni, ai tempi loro allenatore in bianconero. E con fastidiosa puntualità ecco la domanda maliziosa, vecchia come il cucco, della Cabello: «È consigliata o no l’astinenza prepartita?». Un’incomprensibile incursione a Milano nella comunità del Salvador, dove una certa Marisa Passera (nome d’arte?) ci guida fra le tavole imbandite per festeggiare i duecento anni d’indipendenza, precede il duetto, delizioso, con Stefano Bollani e Cesare Cremonini.
Che bellezza, niente marchette con la Cabello, altro che la Ventura, pensa il telespettatore. E sui tre quarti del programma piomba in video un micidiale spot per il film Terraferma, che sta già sparendo dalle sale per mancanza di materia prima, leggi spettatori. Victoria si esalta davanti a due dei protagonisti, Donatella Finocchiaro e Beppe Fiorello: «Un film magnifico».

Si capisce che le è piaciuto, anche se le scappa un rivelatore «Ma di cosa parla?». Si chiude con Federica Pellegrini, «più gnocca che mai» intervistata da un’adorante Cabello, con un auspicio finale: «In culo alla balena per le Olimpiadi». Sipario. Tutto sommato una vittoria per Victoria.

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