Nella nuova Mediobanca entra Marina Berlusconi

Il presidente di Fininvest, siede in consiglio. E Tronchetti sale alla vicepresidenza. Addio duale: Piazzetta Cuccia torna alla governance tradizionale

Nella nuova Mediobanca 
entra Marina Berlusconi

da Milano

Pace fatta tra i soci, il vincitore è Mediobanca. Il patto di sindacato di Piazzetta Cuccia ritrova l’armonia, azionisti e manager sono soddisfatti dell’accordo trovato sulla governance. Mediobanca rimetterà in soffitta il sistema duale per tornare a quello tradizionale. Piazzetta Cuccia sarà guidata da un cda e un comitato esecutivo che vedrà una presenza importante del management in entrambi gli organi. Il cda sarà composto da 22 membri: Marco Tronchetti Provera sarà vicepresidente accanto a Dieter Rampl di Unicredit. Tra le novità del cda, l’ingresso del presidente di Fininvest, Marina Berlusconi. La figlia del presidente del Consiglio, indicata dai soci industriali del patto, subentra a Giancarlo Cerutti che aveva una partecipazione inferiore a Fininvest (cui fa capo l’1% di Mediobanca vincolato al patto e un altro 1% fuori).

L’accordo di governance prevede che cinque manager siederanno nel nuovo consiglio e nel comitato esecutivo, composto da 9 componenti. Oltre al presidente Cesare Geronzi, nel cda ci saranno 5 rappresentanti dei soci bancari, 7 degli industriali e 4 degli esteri. Il patto ha confermato Alberto Nagel come ad, con Renato Pagliaro direttore generale e vicepresidente dell’esecutivo. La composizione del comitato nomine, da cui dipendono le designazioni ai vertici delle partecipate strategiche - Generali, Telecom e Rcs - è stato invece risolto con un organo a sei, partecipato da Nagel e Pagliaro, in cui il presidente Geronzi non avrà voto doppio in caso di parità. Al termine della maratona di incontri, Geronzi si è detto «molto soddisfatto». La soluzione non è un «ritorno al passato, al contrario un’innovazione assoluta che coinvolge i manager, mantenendo quello di buono che c’era nel sistema duale». Positivo anche il giudizio di Rampl: «Ora siamo soddisfatti. Avevamo sollevato alcuni punti cruciali e sono stati accolti». In particolare, «tutti i cinque manager saranno nel cda e anche nell’esecutivo».

Tuttavia l’ok dell’assemblea non è stato unanime. Due piccoli azionisti industriali, Oscar Zannoni e il gruppo Pecci, hanno votato contro. La motivazione sarebbe legata al troppo breve intervallo tra l’adozione del sistema duale, lo scorso anno, e il ritorno al modello tradizionale. Solo su un punto non si è trovato l’accordo. Nel corso dell’assemblea del patto di sindacato, il presidente Geronzi avrebbe proposto il prolungamento dell’accordo al 2011, due anni dopo la naturale scadenza del dicembre 2009.

«Tutti gli azionisti sono d’accordo sul 2009, poi si vedrà», ha commentato Vincent Bolloré, aggiungendo che comunque i soci francesi resteranno nel patto anche dopo la scadenza perché «Mediobanca è una bellissima maison. Noi siamo investitori stabili». Qualche ora dopo il cda ha approvato il bilancio 2007-2008 che, nonostante la crisi dei mercati, si è chiuso con un utile netto a 1,015 miliardi, in crescita del 7%. I ricavi sono saliti dell’8% a 1,735 miliardi.

Il Tier 1, l’indice di solidità patrimoniale, è tra i migliori del settore, al 10,3%. All’assemblea dei soci il 28 ottobre sarà proposto un dividendo invariato rispetto al 2007 a 0,65 euro per azione, pari a un rendimento del 7 per cento.

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