C'è ormai una consuetudine e un'intimità con l'artista Carlo Verdone che sfocia anche nell'uomo. Nel senso che la terza stagione della serie Vita da Carlo, presentata oggi in chiusura della Festa del Cinema di Roma (dove ieri sono stati premiati Bound in Heaven di Huo Xin come Miglior film, Elio Germano come Miglior attore per Berlinguer e Ángela Molina come Miglior attrice per Polvo serán) e dal 6 novembre su Paramount+, mostra la vita, neanche tanto immaginaria, di Carlo Verdone con tale naturalezza e autenticità che sembra veramente di entrare in casa sua con la famiglia allargata interpretata da Monica Guerritore, Stefania Rocca, Caterina De Angelis, Antonio Bannò, Filippo Contri, Maria Paiato, a cui si aggiunge il vicino di casa Maccio Capatonda: «In effetti racconta l'attore romano che, oltre a interpretare la fortunata serie, la dirige alternandosi con Valerio Vestoso ho cercato di mettere molta parte di me stesso, di come mi muovo, di come agisco con gli altri, del mio essere a volte un po' sgraziato».
Prodotta da Luigi e Aurelio De Laurentiis, la serie Vita da Carlo è stata creata da Nicola Guaglianone, Menotti e Carlo Verdone che ora l'ha scritta con Pasquale Plastino e Luca Mastrogiovanni: «Durante le riprese della seconda stagione, loro due mi hanno detto: abbiamo avuto un'idea per la terza, potresti fare il conduttore del festival di Sanremo. Io gli ho detto che è l'ultima cosa la mondo che vorrei fare anche perché non lo saprei fare. E mi hanno risposto: meglio così perché quando sei in difficoltà rendi di più. E penso che sia una grande verità». Ecco dunque Verdone alle prese con i dirigenti Rai, con il CdA, con l'organizzazione del festival che deve essere green e, soprattutto, con l'ascolto delle canzoni. «Mi arrivano canzoni di interpreti importanti e io dico: ma sono una merda.
Comincio così a litigare con i cantanti veri e capisco che la mia autonomia è molto limitata» dice l'attore che si troverà a discutere con Gianna Nannini, Zucchero Fornaciari, Nino D'Angelo, Motta e Gianni Morandi. Ad aiutarlo, l'impresario interpretato da Giovanni Esposito e una co-conduttrice che ha il corpo e la voce di Ema Stokholma che annota: «Quando parlavo con Carlo in scena e fuori era sempre lo stesso Carlo Verdone».
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