Nelson DeMille Ecco a voi il thriller perfetto

In un’annata che ha visto produrre, dall’Olimpo dei bestselleristi internazionali, fiaschi terrificanti (un esempio fra tutti: Michael Crichton con il suo sciatto e illeggibile Stato di paura) e libri accettabili ma non all’altezza di quelli precedenti (è il caso di Ken Follett, Wilbur Smith e Clive Cussler), notevole era la mia trepidazione nel leggere il nuovo romanzo di Nelson DeMille, Notte fatale (Mondadori, pagg. 478, euro 18,60). Il romanzo è il terzo ad avere come protagonista John Corey, coriaceo ex investigatore della squadra Omicidi di New York aggregato all’antiterrorismo. Come nei precedenti Morte a Plum Island (1998) e L’ora del leone (2000), la cui lettura raccomando caldamente, John Corey emerge dalla pagina per la tenacia da mastino e per un umorismo al vetriolo che se ne infischia del politically correct. Corey è un uragano che spazza via di forza le complicate ragnatele di intrighi e compromessi con cui deve confrontarsi. La storia che DeMille ha scelto di raccontare in Notte fatale potrebbe avere come sottotitolo «Sesso, bugie e videotapes». Il delitto che l’investigatore dovrà risolvere è l’esplosione di un Boeing 747 della TWA avvenuta davvero al largo di Long Island, il 17 luglio del 1996. Nel disastro persero la vita 230 persone. Cinque anni dopo, la seconda moglie di John, Kate Mayfield, agente dell’FBI e sua collega nella task force antiterrorismo ATTF, porta il marito a una toccante commemorazione delle vittime, convincendolo a riaprire una sua personale indagine su quello che le fonti ufficiali governative hanno liquidato da tempo come un incidente. C’è infatti un mistero, dietro quella tragedia: diversi testimoni giurano di aver visto un missile salire dal mare e abbattere l’aereo. Ma del missile non c’è traccia nei rapporti dell’FBI, né sui resti recuperati dell’aereo, né tanto meno nella ricostruzione animata confezionata dalla CIA. Il caso è ufficialmente chiuso, insomma. Ci vorrebbe una prova clamorosa per riaprirlo. Ma quella prova, secondo Kate, potrebbe davvero esistere, e il lettore in effetti lo sa sin dalle prime pagine del romanzo: sulla spiaggia prospiciente il luogo della tragedia si era appartata una coppia di amanti, che filmando le loro acrobazie erotiche avevano registrato la verità sulla fine del volo TWA 900. La caccia alla cassetta e ai due testimoni sembra un’impresa impossibile, a cinque anni di distanza dai fatti. Ma Corey non è uomo capace di rassegnarsi. Infischiandosene del veto posto dai suoi superiori, Corey procede come un rullo compressore e arriva a rendersi conto che dietro quel mistero si nascondono interessi ad altissimo livello, e forse due vere e proprie fazioni all’interno dei palazzi del potere. La seconda parte - la più bella del libro - è una serrata corsa contro il tempo per trovare la prova e i testimoni, ma soprattutto per impedire che la cassetta e i due amanti ancora senza nome vengano eliminati dai «cattivi». Oltre che impareggiabile nel descrivere un ambiente, Nelson DeMille è straordinario nell’orchestrare il clima di minaccia e nel farci provare simpatia per i protagonisti: non solo per John e Kate ma anche per l’indimenticabile Jill Winslow e per la squadra messa in piedi da Corey: Dom Fanelli, l’agente Alvarez e gli altri poliziotti onesti che, come gli Intoccabili del famoso film di Brian De Palma, mettono a repentaglio la loro carriera e la loro stessa vita pur di compiere la missione di far luce sulla tragedia del Boeing 747. Nel finale, il romanzo prende il volo, e dal semplice romanzo poliziesco che poteva essere diventa un potente dramma sul potere e sulla storia. Un dramma che si evidenzia nel duello fra Corey e l’agente della CIA Ted Nash, e nelle parole tentatrici di quest’ultimo: «E se ti dicessimo come stanno le cose? Perché abbiamo dovuto fare certe scelte? Saresti disposto a considerare uno scenario più ampio con tutte le sue importanti componenti?». La risposta di John Corey è un colorito rifiuto. È deciso ad andare avanti. Quando tutto sembra marciare verso un finale bello ma prevedibile, deMille riserva al lettore l’ultimo colpo di scena, che sarebbe un delitto rivelare, ma che è anche la conclusione più perfetta che il romanzo potesse avere.

Basti dire che l’incontro fra «buoni» e «cattivi» è fissato per le 8.30 dell’11 settembre 2001, e che il luogo prescelto per la sfida finale è il ristorante «Windows on the World» all’ultimo piano della Torre Nord del World Trade Center...

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