Ma il nemico numero uno non è la velocità

Ma il nemico numero uno non è la velocità

Spesso considerata la causa primaria degli incidenti, la velocità non è in realtà direttamente responsabile, almeno in termini assoluti. Lo dimostra il fatto che il numero più alto di incidenti, sulla base del rapporto Aci-Istat relativo all'anno 2005, non si verifica in autostrada, dove si può viaggiare a 130 chilometri orari, ma sulle strade urbane, dove non si possono superare i 50 all'ora. A fronte di 14.006 incidenti autostradali, ne sono stati rilevati 38.650 sui tratti extraurbani e ben 172.422 in ambito metropolitano. Ma i valori più preoccupanti sono quelli relativi alla mortalità: sono stati 577 i decessi in autostrada, mentre sono oltre 2.400 quelli che interessano le altre due categorie.
La scelta di abbassare la velocità massima in autostrada non è pertanto la soluzione più efficace e sotto questo punto di vista il ministro Bianchi è perfettamente allineato. Meglio, sostiene, introdurre limitazioni temporanee, imposte da particolari condizioni meteorologiche o di traffico, ma assolutamente non si parla di scendere a 120 chilometri orari. Anche perché, sono sempre le statistiche a parlare, i tratti autostradali più pericolosi in termini di mortalità sono quelli più vicini ai centri urbani. In testa c'è la A1 tra il chilometro 753 e il 754,30, quindi nell'area di Napoli. Seguono quei segmenti che rappresentano le tangenziali di grandi città come Milano, Bologna e Roma.
Se si combinano le cause primarie di incidentalità, che riguardano il non rispetto delle norme di precedenza, con la tipologia più diffusa di sinistro, vale a dire l'urto frontale-laterale, non è difficile arrivare alla soluzione che a rendere pericolose le strade sono le intersezioni. Ed è proprio nella riqualificazione degli incroci più pericolosi che sembra indirizzarsi la misura meno coercitiva per gli automobilisti tra quelle allo studio del ministero dei Trasporti. Se infatti la guida indisciplinata e le condizioni psico-fisiche possono essere cause determinanti per un grave incidente, anche le condizioni del fondo stradale, la visibilità e la segnaletica possono favorire un sinistro. Elementi fino a oggi mai considerati, che il ministro Bianchi sarebbe intenzionato a non trascurare.


Se nel futuro prossimo degli automobilisti ci sono supersanzioni e tagli pesanti di punti, più avanti nel tempo potrebbero vedersi i primi risultati di un'azione che mira a mettere in sicurezza le strade. Senza mai dimenticare il problema dei fine settimana. Le statistiche evidenziano, senza suscitare sorprese, che il sabato e la domenica sono le giornate nelle quali si muore di più.

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