New York, a 12 anni finisce in manette per una scritta sul banco

È successo a una studentessa. La giovane si è sentita male dopo che la polizia le ha messo le manette ai polsi. «È stato un incubo». E ora il Comune ammette: un errore

Maniere forti, a dir poco. O meglio tolleranza zero, quella che ha reso famoso l'ex sindaco di new York Rudolph Giuliani. Tutte espressioni più che azzeccate per il caso che ha avuto come teatro proprio la Grande Mela. Alexa Gonzalez, una studentessa di 12 anni di una scuola del Queens, è stata arrestata per aver scritto sul banco di scuola con un pennarello. Nessuna frase razzista, né minacce integraliste, nemmeno parolacce. Alexa aveva solo scritto: «Voglio bene ai miei amici Abby e Faith. Lex 2/1/10». Addirittura un messaggio d'affetto. Eppure la ragazza è stata portata via in manette come una criminale.
Tutto è successo mentre era in corso la lezione di spagnolo e gli alunni aspettavano che la professoressa riconsegnasse i compiti. Quando l'insegnante è passata davanti alla fila di Alexa, si è accorta che la bambina stava scrivendo sul banco. Punizione esemplare. È stato chiamato il preside, è arrivata la polizia. In un batter d'occhio Alexa è stata ammanettata. «Non potevo crederci, mi hanno messo le manette ai polsi». Gli agenti l'hanno trascinata fuori dalla scuola davanti agli amici e ai professori. «Non mi meritavo questo, le scritte potevano essere facilmente cancellate», ha raccontato Alexa. Poi tre ore nel distretto di polizia. Fino a quando la madre non è venuta a riportarla a casa.
Maraima Carncacho, 49 anni, una contabile, è rimasta traumatizzata quasi quanto la figlia per la reazione della scuola e dei poliziotti. «Tutta questa situazione è stata come un incubo. Ho visto la mia bambina in lacrime, vomitare per la paura». Alexa è stata sospesa dalla scuola, la Junior High School di Forest Hills. Ma in classe non ci tornerebbe neanche se potesse. La sua punizione, ammettono adesso i funzionari del comune, è stata eccessiva. E il suo arresto un errore. «Stiamo cercando di ricostruire i fatti», ha detto David Cantor, portavoce del dipartimento di Istruzione di New York. «Basandoci su quello che abbiamo raccolto finora, l'arresto della bambina è stato chiaramente un errore».

«Anche se ci viene richiesto di effettuare un arresto, il buon senso deve prevalere in ogni situazione, e bisogna valutare se una punizione del genere sia davvero necessaria», ha detto Paul Browne, un portavoce della polizia.

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