Roma - Niente Aula del Senato per il leader libico Muhammar Gheddafi. La decisione presa dalla conferenza dei capigruppo, infatti, è quella di trasferire l’incontro con il leader libico nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani.
Polemiche nel Pd La presenza di Gheddafi in Italia non è gradita a tutti. La cosa è nota. C'è chi protesta da giorni, chi preannuncia contestazioni e chi grida allo scandalo per il discorso che il leader libico farà al Senato (dopo tante polemiche è arrivata la decisione di Palazzo Madama: il colonnello non parlerà in aula). Il Pd si spacca anche su questo tema. Franceschini sembra Ponzio Pilato: "Sono d’accordo con le decisioni che prenderà il gruppo al Senato". Il segretario del Pd prova a smorzare le polemiche dopo che, stamani, il gruppo ha corretto l’ok dato ieri da Nicola Latorre in conferenza dei capigruppo alla presenza del leader libico, Gheddafi, in aula. Franceschini però tiene a precisare che "il gruppo non ha deciso di disertare l’Aula ma chiesto al presidente del Senato di ospitare Gheddafi al Senato in un luogo diverso dall’Aula".
D'Alema: non ci trovo nulla di male Prende le distanze dal proprio partito Massimo D'Alema. "Non trovo scandaloso che Gheddafi faccia il suo discorso nell’Aula del Senato. Non è una seduta del Senato, ma un intervento in aula; quindi, il gruppo parlamentare non c’entra. Chi vuole ci va, chi non vuole no". Le riunioni del gruppo - aggiunge D’Alema - sono sempre legittime, ma non c’è una deliberazione perché il gruppo non c’entra visto che non si tratta di una seduta parlamentare".
"Alla Camera venne Arafat con la pistola..." L’ex ministro degli Esteri sostiene che "siccome è la prima volta che Gheddafi viene in Italia come leader di un paese colonizzato dall’Italia che lasciò una scia di lutti, ma anche come presidente dell’Unione africana non trovo scandaloso che faccia il suo discorso in Aula". Non è la prima volta, ricorda D’Alema, che il leader di un paese straniero parla in Aula: "Alla Camera venne Arafat con la pistola". E alla domanda sulle polemiche sollevate dalla comunità ebraica, D’Alema risponde: "Non voglio polemizzare con nessuno, tutte le opinioni sono legittime".
Morando: "Per me è scandaloso" "A differenza di D’Alema - dice il senatore del Pd Enrico Morando - trovo esattamente scandaloso che Gheddafi prenda la parola nell’Aula del Senato della Repubblica. La seduta dell’Assemblea, già regolarmente convocata per domani, è stata 'sconvocata' proprio per dar luogo al discorso del leader libico. Non è ovviamente in discussione la necessità e l’urgenza di positivi intensi rapporti di cooperazione tra Italia e Libia, su materie di comune interesse. Ma nel Parlamento prende la parola solo chi ha titoli per farlo: quei titoli di democrazia e rispetto per i diritti umani che mancano a Gheddafi. Consentire il contrario, è un errore imperdonabile".
Anche l'Udc non sarà in aula Anche l’Udc intende disertare domani l’aula del Senato dove è previsto l’intervento di Muammar Gheddafi. "L’Udc - annuncia il presidente dei senatori Gianpiero D’Alia- non sarà presente alla ’lezione di democrazià del Colonnello Gheddafi al Senato. Non abbiamo condiviso, anche perchè non direttamente presenti all’ultima capigruppo, la decisione di prestare un ramo del Parlamento a fare da prestigioso megafono a un leader autoritario che non rispetta i diritti umani e civili. La nostra assenza, senza iniziative plateali che non ci competono, vuole essere un atto di rispetto verso il Parlamento italiano e i valori che rappresenta".
Idv: pronti a proteste eclatanti "Non è mai accaduto che, senza l’unanimità dei gruppi parlamentari, si desse la possibilità a qualcuno di prendere la parola nell’aula del Senato. C’erano tante altre sale pubbliche disponibili per Gheddafi, poteva andare lì, invece che nel Parlamento che è baluardo di democrazia. Italia dei valori darà luogo a forme di protesta eclatanti a difesa del Parlamento". Lo ha detto il presidente dei senatori Idv Felice Belisario.
Radicali in piazza "Ci felicitiamo con i centri sociali e le organizzazioni studentesche per aver convocato una serie di manifestazioni per denunciare la sistematica violazione dei diritti umani fondamentali da parte del dittatore
libico". Marco Pannella e gli altri leader radicali, insieme ai parlamentari Radicali nei gruppi del Pd di Camera e Senato, protestano perché "nella capitale il dittatore libico viene accolto con gli onori da capo di stato".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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