Niente figuracce con l’Uefa unico obiettivo del Milan

nostro inviato a Milanello
I guai, per il Milan, non finiscono mai. Perciò Carlo Ancelotti di primo mattino comincia a far la conta delle contrarietà. Primo: non può godersi il primo posto in classifica nel girone di Champions stasera (per abbonati e fedelissimi si paga un euro) per motivi diplomatici. «In estate fummo tacciati di poca serietà dall’Uefa, non vogliamo dar loro alcun motivo per pensarlo» è la frase passata allo spogliatoio come pubblico avvertimento. Non possono mollare la presa al Lilla in modo sfacciato. Secondo: dalla rassegna stampa quotidiana apprende del prossimo giudizio disciplinare a carico di Kalac e Jankulovski (per le scommesse, troncone di Udine) con aggiunta di squalifiche. «Non credo che i due risulteranno turbati» è la sua sicurezza ma a giudicare dal ghigno con cui il portierone australiano ha chiesto spiegazioni a un cronista milanese, il timore è fondato. Terzo: nonostante la promessa di rinforzi (Oddo o Belletti i candidati), nessuno può restituire al Milan in tempo utile l’intera rosa in piena salute. Dopo Nesta, ieri è stato operato Serginho all’ernia del disco con una tecnica micro-invasiva: il professor Fontanella, di Parma, ha promesso un recupero veloce del brasiliano. Provare per credere.
Se si aggiunge al quadro l’appuntamento di questa mattina che Adriano Galliani ha a Roma con l’arbitrato del Coni (riguarda la sua squalifica: scade in aprile, chiede uno sconto; tra due settimane il responso), si capisce perché mai quelli del Milan abbiano una voglia matta di guadagnare in fretta la fine dell’anno orribile 2006. Nel frattempo Ancelotti, con gli uomini contati, prova a recuperare Ambrosini e Kakà, dando un turno di riposo a Brocchi e Seedorf che hanno tirato la carretta fin qui, riportando Simic in difesa.

Fiducia a Borriello in attacco al fianco di Inzaghi di pessimo umore. A proposito di attaccanti, Carletto tradisce i suoi gusti autentici. E del Barcellona rimpiange «Eto’o, il più forte attaccante al mondo», più che Ronaldinho. Questione di gusti e non solo.

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