"Niente più inciuci, con il mio metodo la sanità migliora"

L’assessore Bresciani dopo le critiche sulle nomine: "Negli ospedali servono professionisti competenti"

"Niente più inciuci, 
con il mio metodo 
la sanità migliora"

Ora che il metodo per scegliere i manager di Asl e ospedali è stato rivoluzionato, l’assessore lombardo alla Sanità Luciano Bresciani si può finalmente togliere qualche sassolino dalla scarpa. Lui, che un paio di settimane fa aveva parlato di nomine dei direttori generali in proporzione ai voti elettorali. Lui, che aveva fatto sbiancare mezza giunta lombarda e aveva incassato perfino qualche critica dai suoi compagni di partito. Lui, che era stato accusato di ingenuità e poca diplomazia, ora esce allo scoperto e ammette: «La mia non era mica stata una butade ma dietro c’era una precisa strategia politica». In sostanza, la scelta di lanciare la provocazione era stata concordata a tavolino con i vertici della Lega e con Umberto Bossi in persona. Per smuovere le acque. Niente di meglio che una bomba lanciata nel pieno delle trattative sui manager della sanità «per alzare l’attenzione sull’argomento». Con la benedizione del Senatur, che ha rassicurato Bresciani anche nel momento in cui qualcuno ha temuto per la sua testa.
E così l’assessore, mentre erano in corso silenziosi do ut des sulle poltrone, se ne era uscito con la storia delle «quote» dei partiti per dare voce alle preferenze degli elettori.
«In effetti - considera adesso - il metodo è stato vincente: abbiamo ottenuto il risultato a cui miravamo». E il risultato sono le consultazioni (anche se in corner) con il territorio, con i diretti interessati, con quelli che negli ospedali ci vanno per farsi curare. Le bozze che da settimane circolavano sulle scrivanie che contano con gli elenchi dei papabili per le poltrone d’oro saranno rivisti e corretti. Se non del tutto ribaltati. Il nuovo metodo «anti inciuci» è stato ufficializzato la scorsa settimana dal presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni il quale, furente per le dichiarazioni di Bresciani, aveva comunque ribadito che, in 16 anni di governo della Lombardia, è sempre stato «in perfetto accordo con gli alleati e con i vertici della Lega». E anche stavolta l’accordo è stato trovato. Si guarderà unicamente al curriculum e alla preparazione dei manager per scegliere, come ha più volte sostenuto Formigoni, «solo i migliori» e per mettere le persone giuste nei posti giusti. Dopo la prima consultazione di venerdì scorso con i sindaci delle città in cui hanno sede gli ospedali da rinnovare, oggi è la volta della riunione con la Consulta della sanità e poi toccherà agli operatori del settore. Per arrivare dritti dritti al 23 dicembre, giorno in cui verranno messi nero su bianco i nomi dei direttori generali che guideranno per i prossimi tre anni 29 ospedali, 15 Asl e l’azienda per l’emergenza urgenza Areu. «Dove serve una Ferrari - sintetizza Bresciani - non possiamo rischiare di trovarci una Cinquecento. Negli ospedali in cui serve una forte progettualità metteremo persone con un certo profilo, laddove invece serve mantenere la stabilità sceglieremo manager con determinate caratteristiche. Ci servono persone realmente competenti: abbiamo un piano socio sanitario complicato da realizzare». Ad avere l’ultima parola sui nomi sarà il presidente della Regione che, per i posti delle Asl, dovrà consultare l’assessore alla Famiglia Giulio Boscagli.


Gli strappi in Regione sembrano ricuciti, Formigoni punta sulla massima trasparenza dei metodi. E Bresciani la legge alla sua maniera, da leghista doc: «Possiamo dire che questo sia il primo atto di federalismo sanitario. Con le consultazioni raggiungiamo l’obbiettivo di ascoltare il fabbisogno del territorio».

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