Il Telegraph lancia un macigno nello stagno della politica inglese: l'ex premier laburista Tony Blair pagherebbe pochissime tasse. Una minima porzione rispetto ai suoi ingenti guadagni. Il quotidiano inglese fa i conti in tasca all'ex inquilino di Downing Street e lascia serpeggiare il dubbio: spulciando i dati della società di amministrazione Windrush Ventures Limited si scopre che Blair ha pagato soltanto 315.000 sterline di tasse. Sia chiaro: non sono noccioline, ma se guadagni dodici milioni di sterline all'anno - come dichiara l'ex premier -, qualche sospetto inizia a farsi largo.
Tramite la "Tony Blair associates", il politico offre consulenze a banche e stati come il Kuwait e il Kazakistan. A tutto questo vanno sommate le centinaia di migliaia di sterline che incamera come conferenziere in giro per il mondo. L'azienda dell'ex primo ministro ha fatturato più di dodici milioni di sterline ma ha avuto spese amministrative per 10,9 milioni. Risultato? Il profitto dichiarato è poco più di un milione sul quale Blair ha pagato la rata del 28%. Tutti i conti tornano. Ma rimane il mistero: quasi undici milioni di sterline sono una cifra faraonica che, almeno secondo la stampa inglese, risultano molto difficili da spiegare. Tre milioni vanno via per coprire le spese dello staff e dell'ufficio, ma gli altri otto come si sono volatilizzati? Tutti i conti dell'azienda Blair sono assolutamente in regola, ma gli inglesi si interrogano su questo enorme giro d'affari.
Lo staff del politico non perde la proverbiale flemma british e ribatte puntigliosamente: "I conti di Windrush vengono preparati seguendo le norme legali e di contabilità. Tony Blair continua ad essere un contribuente britannico in tutto e per tutto e le sue società sono registrate nel Regno Unito per fini fiscali". Il dubbio rimane: niente tasse siamo inglesi?
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