Giovanna è una donna di 60 anni, separata da venti. Ma nemmeno dopo così tanti anni l’ex marito si rassegna all’idea di averla persa e continua ad entrare in casa sua e a fingere che non ci sia stato nessun allontanamento. Lei cambia la serratura, lui comincia a inviarle messaggi minatori e le fa addirittura credere che il figlio si droghi anche se non è vero. Raffaella invece ha 23 anni e viene perseguitata da un ragazzo conosciuto tramite amici: lui all’inizio sembra gentile ed educato, ma subito dopo il primo appuntamento sembra trasformarsi. Le infesta il telefono di messaggi, le spedisce mail minacciose ma poi le invia mazzi di fiori in ufficio. Lei è spaventata, non sa che fare, lascia passare il tempo sperando che lui la lasci in pace. Poi, esasperata, prende il coraggio a due mani e denuncia tutto. Donatella, che ha 33 anni e un figlio di 15, da tempo riceve insulti e calunnie tramite Facebook da parte della moglie di un uomo a lei del tutto sconosciuto. Pur non avendo colpe né niente da nascondere, la donna si sente a disagio e sempre più insicura. Sono solo tre dei cento casi di stalking denunciati allo sportello dell’ospedale Niguarda. In soli tre mesi di attività, i volontari dell’associazione Telefono Donna hanno ricevuto decine di telefonate e raccolto altrettante denunce: in media una al giorno. L’impressione delle volontarie è che questa sia solo la punta dell’iceberg. In alcuni casi ha telefonato anche qualche uomo-vittima per denunciare i pedinamenti da parte dell’ex fidanzata. Per la maggior parte però, le denunce di stalking arrivano da donne tra i 26 e i 45 anni, quasi la metà divorziate o reduci da una convivenza finita male. Il 42% ha un diploma di scuola superiore e il 68% delle vittime lavora. «Ci siamo resi conto - spiega Stefania Bartoccetti, fondatrice di Telefono Donna - che tante telefonate di denuncia ci arrivano di sera. Per questo continueremo a garantire il servizio a ogni ora, per dare sempre un aiuto immediato nei momenti di difficoltà». A sostenere il lavoro dello sportello per le donne perseguitate dagli ex è anche la regione Lombardia,con l’assessore regionale alla Famiglia Giulio Boscagli: «Il primo obbiettivo è aiutare le donne a riconoscere il fenomeno, fornire consulenza, anche di tipo legale, in relazione alla gravità delle azioni persecutorie, affiancare e sostenere le vittime nel percorso di uscita dalla persecuzione, aumentando la loro autostima e consapevolezza ». Lo sportello anti-stalking non dà solo un sostegno psicologico ma anche pratico: le volontarie di telefono Donna danno consigli su come raccogliere le prove della persecuzione, documentando tutti i contatti avuti con lo stalker (mail, lettere, oggetti ricevuti). Un’équipe di specialisti ed esperti prende in carico i singoli casi e lavora parallelamente alle forze dell’ordine.
«Vogliamo fermare uno stalking sempre più invasivo aggiunge la Bartoccetti- ed insinuante perché sovverte la vita interiore e relazionale determinando mutamenti a volte irreversibili nella vita privata e familiare. Questi primi mesi di funzionamento dello sportello evidenziano purtroppo numeri importanti che confermano la gravità del fenomeno».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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