A Nizza parte il coprifuoco per gli under 13

Cannes, Antibes, Nizza, Montecarlo, Mentone. È la Costa Azzurra, la riviera più famosa d’Europa per gli stupendi giardini e per la brillante e scatenata vita notturna. Su quest’ultimo aspetto i ragazzini di Nizza, che hanno meno di 13 anni, da questo fine settimana devono metterci una pietra sopra. «Tutti a casa dalle 23 alle 5 del mattino», lo ha annunciato il sindaco di centro-destra Christian Estrosi, eletto nelle file dello stesso partito del presidente Nicolas Sarkozy. Il coprifuoco prevede che i minori di 13 anni siano riportati a casa se sorpresi in strada nelle notti di martedì, venerdì e sabato, le tre vigilie dei giorni in cui le scuole sono chiuse e durante le vacanze scolastiche. A questi giorni si aggiunge anche il periodo di Carnevale che a Nizza il prossimo anno si terrà dal 12 al 28 febbraio. Insomma un provvedimento a medio termine e non un’azione provvisoria per gestire un’emergenza.
Se è vero che la parola «coprifuoco» nei francesi evoca brutti momenti della storia nazionale, - si pensa subito ai disagi delle periferie urbane più disagiate, ai danneggiamenti delle auto in sosta, ai cassonetti della spazzatura dati alle fiamme -, è anche vero che questa volta il «coprifuoco» viene utilizzato indubbiamente con fini preventivi e non per tentare di arginare una situazione diventata ormai incontrollabile.
«Cerchiamo soprattutto - ha detto il vicesindaco Benoit Kandel - di identificare i minori potenzialmente in pericolo, non cerchiamo delinquenti. La pensa diversamente il Partito socialista: «La destra vuole creare un clima di tensione sull’insicurezza». Quest’affermazione appare eccessiva dato che questa volta non sono neppure stati chiamati in gioco i teenager visto che dall’inglese sono solo i ragazzini che vanno dai tredici anni in su. Lo dice la parola stessa: thirteen ovvero tredici. Il provvedimento adottato dalla quinta città francese riguarda i giovani che si trovano nella fascia preadolescenziale, in Italia frequenterebbero le medie. Insomma non sembra così «repressivo» pensare che la sera alle 23 stiano a casa con i loro genitori. A Nizza non stanno scherzando e lo dimostra il fatto che nel caso un minore di tredici anni sia «recidivo» ovvero sorpreso una seconda volta in strada, dopo essere stato riaccompagnato a casa, sarà iscritto in uno speciale schedario previa autorizzazione della Commissione nazionale dell’informatica e delle libertà (Cnil) e saranno previste per lui particolari attività extrascolastiche. A questo viene affiancata una campagna di responsabilizzazione nei confronti dei genitori che si possono vedere soppressi dei sussidi comunali concessi alle famiglie. Il tutto fa parte di una strategia che gioca d’anticipo, volta ad evitare che i giovani vengano spinti alla delinquenza o ne diventino delle vittime. A Nizza per Xavier García, portavoce socialista nel dipartimento di polizia resta solo un problema logistico: «In strada di notte, nella città della Costa Azzurra, ci sono a malapena una cinquantina di poliziotti per 347.000 abitanti, e hanno già il loro bel daffare».

Una situazione simile a quella di molte città europee che si ritrovano ad affrontare quotidianamente il problema delle baby-gang. La prevenzione resta in ogni caso un’arma efficace anche perché è più facile «gestire» un bambino di 12 anni che sta prendendo una cattiva strada che un bullo di diciassette.

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