da Courmayeur
Sono tanti gli spunti di interesse della XVII edizione del Noir in Festival di Courmayeur che, come ogni anno, si divide nelle sezioni di «letteratura» e «cinema» e anima le giornate della settimana di SantAmbrogio.
Scott Turow ed ecocriminalità, per esempio. Scott Turow, a cui è stato assegnato il Raymond Chandler Award 2007 (premio il cui vincitore, ogni anno, omaggia il Noir della sua presenza), considerato linventore del legal thriller, ha fatto parlare di sé per limpegno civile contro la pena di morte (si pensi alla sua riflessione pubblicata in Punizione suprema, Mondadori). Questa mattina nella cittadina valdostana, alle 10,30, al Centro Congressi Turow incontra Gherardo Colombo (conduce Gaetano Savatteri) per discutere di emergenza legalità nellanno in cui torna dattualità la moratoria sulla pena di morte proposta dallItalia allAssemblea delle Nazioni Unite.
Iniziativa non meno significativa è quella dal titolo «Un noir contro lecocriminalità», tema sul quale si impernia la scelta di portare al Noir in Festival autori che smascherano, dietro lintreccio dei loro romanzi, quei processi perversi che minano uno dei beni comuni più importanti: lambiente. Fra gli autori più interessanti nei quali la natura gioca un ruolo tuttaltro che secondario, la svedese Asa Larsson, che con il suo secondo romanzo Il sangue versato (Marsilio, pagg. 399, euro 17,50) ribadisce quelloriginale sincretismo fra cultura-società-ambiente scandinavi e crime story di impronta squisitamente anglosassone, con al centro episodi violenti e azione. «Che poi è la crime story di tradizione svedese - dice lei -, che si compone di questi elementi ma va anche oltre, non limitandosi allo sfondo, bensì entrando nella struttura stessa dellintreccio e nei ritmi della narrazione».
Per la Larsson, figlia di comunisti che tentano di indottrinarla e al cui tentativo reagisce stringendosi alla comunità religiosa della sua cittadina per poi liberarsi finalmente da ogni forma di dogmatismo, questi presupposti si saldano allesperienza personale dando luogo a un romanzo che scardina molti stereotipi. La comunità nella quale il suo personaggio principale, Rebecka Martinsson, giovane avvocato, si trova a indagare, mescola un retrogrado maschilismo tipico delle comunità rurali a una fervente attività di emancipazione femminile portata avanti dal pastore locale. Che è una donna e che, infatti, paga con la vita il proprio impegno. A fare da contrappunto metaforico è il bracconaggio condotto dagli uomini del villaggio contro una lupa, simbolo di una natura selvaggia, ostica più che ostile, le cui primavere e i cui inverni sono gli stessi che si ritrovano nellanimo umano.
Sophie Hannah anticipa in questi giorni a Courmayeur il suo Non è mia figlia (Garzanti) in uscita a gennaio. Giovane poetessa eclettica, racconta la storia di una ragazza madre che si ritrova nella culla una neonata sconosciuta.
Oggi, invece, dopo lappuntamento del mattino sulla legalità, il Noir incontra Rebecca Stott, insegnante universitaria di Letteratura e autrice de Il codice Newton (Piemme), romanzo storico che attinge a fatti reali, descritti con puntiglio british, per raccontare un mistery che ha per protagonista lo scienziato inglese e la sua passione per lalchimia.
Sempre oggi «sfila» anche John Harvey, autore settantenne, con trascorsi (e presenti) nel teatro e nella poesia che presenta Cenere alla cenere (Cairo Editore), romanzo con atmosfere fumose e sottofondi jazz.
Intanto sono stati annunciati i nomi della cinquina del Premio Scerbanenco per il miglior noir italiano uscito nellultimo anno: si tratta Giorgio Todde (Al caffé del silenzio, Il Maestrale edizioni), Simone Sarasso (Confine di Stato, Marsilio), Gianni Biondillo (Il giovane sbirro, Guanda), Valerio Varesi (Le imperfezioni, Frassinelli), Francesco Guccini-Loriano Macchiavelli (Tango e gli altri, Mondadori). Info: noirinfest.com
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