Nomadi diminuiti del 20 per cento

Al via da ieri lo sgombero della Martora. Già trasferiti a Castel Romano i primi 50 rom, l’insediamento sarà definitivamente smantellato entro un mese. A dare il via alle operazioni, in mattinata, il sindaco Gianni Alemanno, il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro e l’assessore Sveva Belviso. Al posto del campo, dopo la bonifica, sorgerà un Punto verde qualità, con attività sportive aperte al quartiere come chiedeva da anni la popolazione. «Dopo Casilino 900 - afferma Alemanno - questo è il secondo grande campo che viene cancellato. Il piano nomadi elaborato dal prefetto, in collaborazione con il comune, sta cambiando il volto della città. Basta guardarsi attorno per vedere le condizioni infernali in cui viveva questa gente. Ora li stiamo portando in campi perfettamente attrezzati, che faranno andare di pari passo integrazione e legalità». L’ex sindaco Rutelli con un’ordinanza aveva qualificato la Martora campo “abusivo ma tollerato”. In pratica, permanente. In realtà l’insediamento sulla Collatina, a poche centinaia di metri dall’abitato di Colli Aniene, era meta di tossicodipendenti da tutta Roma. Un vero Eldorado per i pusher. Una roulotte era adibita addirittura a stanza del buco. I prezzi stracciati, 10 euro a bustina, attiravano giorno e notte file di giovani, anche minorenni. Un anno fa due zingarelle furono sorprese dai carabinieri a spacciare droga perfino mentre allattavano. E poi furti nelle case, aggressioni, rapine a mano armata. Per la popolazione attorno a viale Palmiro Togliatti un inferno quotidiano. Adesso è finita. Ma c’è voluta un’amministrazione di centrodestra. Ieri sono state abbattute dalle ruspe le prime baracche. Sui pullman del Comune i primi 50 rom, su una popolazione complessiva di 350 persone, hanno lasciato il campo. Destinazione i centri di accoglienza, ma soprattutto Castel Romano, il campo nomadi attrezzato sulla Pontina. «Il trasferimento degli altri avverrà a scaglioni, senza fretta - spiega la Belviso - La ricollocazione avverrà su base familiare e, dove sarà possibile, etnica, per mantenere il più possibile l’unità dei gruppi originari». A tutti sarà consegnato il Dast, il documento che consentirà di stazionare temporaneamente nel campo indicato per un massimo di 4 anni.
I rom hanno fatto fagotto in un baleno, contenti di andar via. «Non voglio che i miei figli facciano la mia vita» dice Farid, 49 anni, origine francese, moglie italiana, 8 figli. Tutto attorno, a perdita d’occhio, cumuli d’immondizia. Nell’aria l’odore acre della gomma bruciata. «Faremo di tutto per integrarci» assicura un altro, 7 figli, pure francese.
La Martora chiuderà definitivamente entro la fine di agosto. Poi sarà la volta di Tor de’ Cenci e Muratella. A gennaio è stato cancellato Casilino 900. Il Piano nomadi va avanti verso l’obiettivo di chiudere tutti i campi non autorizzati.

«I nomadi a Roma sono già diminuiti del 15-20%” - afferma l’assessore Belviso - lo dicono le stime dei vigili. A forza di controlli, di fotosegnalamenti, chi non è in regola preferisce andare via. Anche nei campi attrezzati, come Castel Romano, parecchi lasciano liberi i container creando di continuo nuovi spazi».

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