Nomine bloccate, primo round a Formigoni

Direttori scientifici: il Governo vuole approfondire i «curricula»

Marcello Chirico

Interlocutorio. Però con buone prospettive, per Formigoni, di portare a casa il risultato nella partita di «ritorno». Già, perché la querelle sulle nomine degli Irccs (Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico) si risolverà soltanto dopo che il governatore lombardo e il neo ministro della Salute, Livia Turco, si saranno nuovamente confrontati sulla questione la prossima settimana. L’incontro romano di ieri è servito infatti soltanto a chiarire le posizioni di entrambi, ma non a prendere una decisione definitiva. Per quella sarà necessario il retourn-match, in una sede ancora da definire. Le nomine dei neo presidenti (gli attuali assessori regionali Alberto Guglielmo al S. Matteo di Pavia e Alessandro Moneta al Besta, insieme a quella di Carlo Borsani, «padre» dell’intera riforma sanitaria lombarda, al Tumori) e dei nuovi direttori sanitari (Marco Pierotti al Tumori, Giovanni Broggi al Besta e Enrico Solcia al S. Matteo) restano quindi congelate. Nonostante il governatore ritenga di poterla spuntare.
«Mi pare definitivamente assodato - ha spiegato Formigoni uscendo ieri dal Senato - che le nomine dei presidenti dei nuovi Cda, per i quali è competente il presidente della Regione, sono state ritenute pienamente valide anche dal ministro, così com’è fuori discussione che il presidente della Regione indicherà pure gli altri membri del consiglio d’amministrazione rimandati sempre per legge alla sua decisione. Lo stesso presidente procederà poi alla nomina dei direttori generali di quegli Istituti». Quanto alle nomine dei nuovi direttori scientifici, la nuova responsabile della Sanità nazionale ha chiesto di poter approfondire meglio i singoli curricula. Così come ulteriori approfondimenti il ministro ha chiesto di poterli svolgere sui membri dei cda di designazione governativa e la loro eventuale validità in carica. «È stato comunque l’inizio di un dialogo - il commento finale di Formigoni -, l’avvio di un confronto che intendiamo chiudere la prossima settimana».
E che sia stato un incontro senza frizioni, ma «cordiale e franco» l’ha confermato pure il ministro, che dice di aver avuto modo di «illustrare a Formigoni le ragioni di opportunità e correttezza istituzionale per cui ho revocato quelle nomine: quegli incarichi erano stati affidati al termine del mandato del precedente Governo Berlusconi. Non ho nulla contro Formigoni e la Lombardia, ma quando sono arrivata al ministero mi sono trovata di fronte una situazione un po’ indecente: nomine per gli Irccs, che sono i fiori all’occhiello della nostra sanità nazionale, fatte durante una campagna elettorale». D’ora in poi la Turco ritiene che verrà usato un nuovo metodo di selezione, «soprattutto per le nomine di competenza del Governo, basato esclusivamente sulla validità dei curricula professionali che mi verranno evidenziati e con la massima condivisione possibile. Un criterio che ritengo valido per tutta la Sanità pubblica, perché è giunto il momento che la politica esca dalla gestione e si faccia entrare la buona politica pure nella sanità».


I diessini lombardi, attraverso il loro responsabile sanità Porcari, chiedono ora pure un confronto coi sindacati, sulla trasformazione degli Irccs in Fondazione, come stabilito da una legge regionale del 2003 che ha ormai terminato il proprio iter burocratico e sta per diventare operativa. Una decisione su cui Formigoni non sembra disposto a ritrattare, «anche perché - dice - non siamo di fronte a una privatizzazione».

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