«Non ho mai deluso i tifosi Vedrete, anche stavolta leveremo il Milan dai guai»

Il presidente Silvio Berlusconi promette rinforzi già da gennaio davanti ai 600 invitati alla festa del Natale rossonero: «Non tradirò la fiducia ricevuta»

Franco Ordine

da Milano

Tanto tuonò che piovve. Il pressing di tutto il Milan su Silvio Berlusconi, sembra già procurare l’effetto sperato. «Non ho mai tradito chi ha mostrato di avere fiducia in me». La frase, confezionata ieri sera, dopo le 21.30, all’arrivo nell’enorme catino dell’Alcatraz, per partecipare al Natale rossonero, da parte di Silvio Berlusconi, è una sorta di ciliegina sulla gigantesca torta, tagliata a notte inoltrata. È la conferma della disponibilità, da parte dell’azionista di maggioranza, a rimpolpare la rosa del Milan, attraverso il calciomercato. Ma non si tratta di una generica assicurazione, questa volta, nata da una domanda specifica: «È vero che lei si sta disimpegnando dal punto di vista finanziario nei confronti del Milan?». No, si tratta di una risposta scolpita sulla realtà attuale del Milan, sui suoi bisogni, sugli appuntamenti prossimi di calciomercato. «Non so bene - è l’aggiunta del presidente Silvio Berlusconi - come siano le condizioni di mercato, se favorevoli o no per l’acquisizione di Oddo, ma so che qualcosa faremo per aiutare questa squadra a tirarsi fuori dai guai».
La vecchia idea, più volte sventolata, della penalizzazione, madre di tutti i guai milanisti, e della catena di infortuni, chiave di lettura per l’attuale astinenza rossonera, resiste anche in una serata come questa. «Quando tutti saranno a disposizione di Carletto, vedrete che i risultati torneranno a luccicare», è la garanzia firmata da Silvio Berlusconi, di ritorno da Roma, e sottoposto a un autentico bagno di affetto da parte di giocatori, staff tecnico, dirigenti e sponsor.
Ma non è solo il mercato l’argomento del quale Silvio Berlusconi parla. C’è anche un pezzo del suo intervento dedicato all’affare Shevchenko: «Kakà non finirà come Shevchenko», questo è il secondo editto dell’Alcatraz, sigillato dal presidente rossonero dinanzi all’immancabile quesito legato alle insistenze del Real Madrid. E la spiegazione è convincente: «Il Milan non ha ceduto Shevchenko per una banale questione economica, non l’ha mai fatto in passato, in vent’anni di storia, non lo ha fatto neanche in questa circostanza. Il Milan ha subito la volontà di Shevchenko e a sua volta Shevchenko ha subito la volontà di qualcun altro». Evidente il riferimento a Kristel, la moglie dell’ucraino, considerata a Milanello e non solo, l’artefice del trasferimento alla corte del Chelsea di Mourinho. «Molte scelte, come si sa, sono prese per soddisfare le esigenze della famiglia, non tutti lo sapete, abbiamo delle mogli che sono un po’ dei kapò».
Perciò, l’affare Kakà, è diverso, molto diverso. «Mi rendo conto - ecco il pensiero di Berlusconi - che il presidente del Real Madrid, Calderon, continui a non dormire la notte all’idea di avere, prima o poi, il brasiliano. Non è una questione di soldi, né di quotazioni. Io continuo a svegliarmi, invece, tutte le mattine, con l’idea fissa che Kakà non sarà ceduto, che resterà con noi e resterà volentieri perché sa di essere il portacolori della squadra e il giocatore simbolo dei prossimi anni».
Capitolo Ancelotti. Anche su questo argomento, il presidente Silvio Berlusconi, non lascia spazio a possibili equivoci. E la sua non è una frase di circostanza. No. Si tratta di una solidarietà autentica, sentita e perseguita con grande determinazione. «Perché Carletto è uno dei nostri, uno di famiglia, e quindi non si tocca», l’espressione, ripetuta a mo’ di parola d’ordine, e distribuita non soltanto ai giornali, ma anche alle indiscrezioni che continuano a martellare Milanello e che parlano, da tempo, di un probabile, futuro incontro con Marcello Lippi il ct della nazionale campione del mondo in Germania. Mai, in passato, né col primo Sacchi, né con il secondo Capello, mai con Zaccheroni, Berlusconi è stato così generoso di giudizi e di pazienza. Segno che con l’attuale condottiero di Milanello c’è più di un rapporto di reciproca simpatia, c’è un feeling destinato a durare ancora per molto tempo. Con Ancelotti, cresce anche la fiducia nei confronti dei protagonisti della squadra, chiamati a un recupero, tormentato, faticoso, ma molto vicino. A Firenze sono attesi Kaladze e Pirlo, Gattuso e Kakà al rientro. «Vedrete, appena saranno in condizione, appena saranno in grado di offrire il loro talento alla squadra, i risultati miglioreranno» è l’ottimismo con cui Berlusconi conclude il suo intervento dinanzi a taccuini e telecamere.

Di là, dentro il catino dell’Alcatraz, gli preparano un’accoglienza da stadio. Serve anche questa per sciogliere l’antica decisione di far camminare il Milan con le sue gambe, al fine dichiarato «di non tradire la fiducia ricevuta».

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