"Non mi piace la gara. All'Eurovision voglio divertirmi pensando ai Beatles"

L'artista pubblicherà il disco a fine mese. E a ottobre tour nelle grandi città straniere

"Non mi piace la gara. All'Eurovision voglio divertirmi pensando ai Beatles"
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Marco Mengoni, il suo secondo Eurovision.

«E stavolta sono molto soddisfatto del mio inglese».

In gara con Due vite. Nel 2013 con L'essenziale, che arrivò settimo.

«La competizione mi mette ansia».

Vabbè, ma un pensierino sul risultato finale l'avrà fatto.

«Del voto a me interessa relativamente. Sono alla soglia dei 35 anni e la cosa più importante è star bene con la mia carriera».

Insomma, sabato prossimo alla M&S Bank Arena di Liverpool Marco Mengoni si gioca la vittoria per l'Italia nello show musicale ormai più seguito del pianeta, ossia l'Eurovision Song Contest (e secondo Sisal è quinto nelle possibilità di vittoria). Nel 2013 la sua partecipazione poteva essere vista come la fortunata conseguenza di un brano obiettivamente riuscito. Insomma una casualità. Stavolta no. Marco Mengoni sta costruendo passo dopo passo la propria credibilità internazionale e stavolta fa le cose in grande. Dopo l'Eurovision pubblicherà Materia (Prisma), il terzo album della sua trilogia. E dal 18 di ottobre farà un vero e proprio tour europeo, a conferma che la strada maestra per farsi conoscere resta il palcoscenico. Quindi, al di fuori dei botti social, dei numeri dello streaming o dei risultati in classifica, per Mengoni la finale dell'Eurovision di Liverpool è il primo passo ufficiale verso la madre di tutti i suoi obiettivi: fare un upgrade in Europa, alzare l'asticella, diventare una popstar continentale e non soltanto la stella italiana che riempie gli stadi. Ha le carte in regola? Obiettivamente sì.

«Tout se tient», a Sanremo ha cantato Let it be dei Beatles e l'Eurovision è nella città dei Beatles.

«Liverpool ti dà una energia enorme. E se non fossero esistiti i Beatles, forse non saremmo neanche qui a parlare o a fare questo mestiere. Oltretutto, hanno anche scritto canzoni che recano messaggi di pace».

Se non ci fosse ancora la guerra, quest'anno l'Eurovision andrebbe in onda da Kiev.

«E a me piacerebbe essere lì, vorrebbe dire che hanno finito di tirare bombe».

Lo slogan dell'Eurovision è «Uniti dalla musica».

«Io metterei l'accento più sull'idea di unità che sulla musica. In questo momento, almeno. In ogni caso la musica resta il mezzo principale per mandare messaggi di pace senza doverli urlare».

(Mentre stiamo parlando, arriva la comunicazione che Due vite ha vinto il terzo disco di platino, ndr).

A proposito, perché ha confermato Due vite in gara? Avrebbe potuto portare un altro brano.

«Dopo aver finito il Festival di Sanremo mi sono preso qualche tempo per rifletterci e ho realizzato che Due vite è un bel racconto dei miei ultimi due anni. È giusto portare questa canzone sul palco dell'Eurovision e vedere come sarà presa».

Intanto domani c'è la cerimonia dei David di Donatello.

«Sono candidato per la prima volta con Caro amore lontanissimo nel film Il colibrì e mi dispiace da morire non esserci».

Poi uscirà il suo nuovo disco.

«Ammetto di sentirmi molto soddisfatto del lavoro che ho fatto su queste nuove canzoni».

L'obiettivo è la carriera internazionale?

«Il brano Due vite è uscito in più versioni e forse il nuovo disco seguirà lo stesso percorso».

Anche i Pink Floyd hanno utilizzato un prisma sulla copertina di uno dei loro dischi più decisivi.

«Non avevo realizzato che fossero i 50 anni di The dark side of the moon, ma spero sia un portafortuna. Io ci dormo con i Pink Floyd» (e fa vedere il pigiama con il logo della band, ndr).

A ottobre riparte da Barcellona.

«La mia carriera internazionale era già iniziata nel 2013 pubblicando due versioni del mio disco in lingua straniera. E poi nel 2019, poco prima della pandemia, ho fatto un tour per le città europee».

A Liverpool Mahmood canterà Imagine di John Lennon.

«Sono contento che lo abbiano scelto fra tanti. Ma di certo lui deve provare molta ansia all'idea di cantare un brano così famoso di John Lennon nella città di John Lennon».

In gara ci sono altri artisti di origine italiana. Alessandra (vero nome Alessandra Mele) è nata a Pietra Ligure in provincia di Savona ma rappresenta la Norvegia con Queen of kings.

«Non l'ho ancora incontrata».

E poi ci sono i Piqued Jacks che sono toscani ma «giocano» per San Marino con Like an animal.

«Invece loro li ho incontrati. Hanno quella simpatia toscana che li rende irresistibili. Diciamo che qui ci siamo fatti un sacco di risate».

Loro debuttano. Per lei è la seconda volta.

«E io mi voglio divertire. Dieci anni fa ero inesperto e mi sono lasciato rovinare dalla tensione. Adesso no, voglio godermi l'Eurovision Song Contest minuto per minuto».

Un lungo red carpet fino ad arrivare sul palco.

«Macché, qui non c'è il red carpet. C'è il turquoise carpet, me l'hanno subito fatto notare» (ride, ndr).

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