"Non serve, ma tutti a piedi lo stesso"

Il ministro conferma e il Comune è d’accordo: "Domenica senz’auto inutile". Ma si farà egualmente. HINTERLAND Aderiscono solo 11 sindaci: a Cinisello la Gasperini bluffa. IL COMMENTO Ma allora lasciateci liberi di scegliere di Alberto Giannoni

"Non serve, ma tutti a piedi lo stesso"

Tanto vale ribattezzarla «DomenicAspasso». Perchè già Torino, con il sindaco Pd Piero Fassi­no, ha dichiarato mai più blocchi auto nel giorno meno trafficato. Non servono a niente, piuttosto durante la settimana. E anche il neo ministro al­l’Ambiente Corrado Clini ieri è tornato a ribadire la sua opinione: «Non sono risolutive, sono misu­r­e di emergenza difensiva e fortemente tempora­nea ». Hanno «sicuramente il vantaggio di far go­dere la città ai cittadini». Ma, come dire, basta venderle come soluzioni anti-smog. E anche Mi­lano a punto pare ha deciso di archiviare la vec­chia favola e raccontarne una nuova, per costrin­gere comunque i milanesi a non usare l’auto. «Ri­spetto all’inquinamento - ammette l’assessore all’Ambiente Pierfrancesco Maran-condividia­mo anche noi che i blocchi domenicali non servo­no. Non danno risultati o solo molto limitati sul pm10. Infatti li abbiamo tolti dalle misure d’emergenza». E trasformati in divieti educativi, per convincere i milanesi a usare meno la mac­china e più i mezzi pubblici e bike sharing. Tant’è che «questa volta possono viaggiare solo i veicoli elettrici, niente deroga a gpl, ibridi e a metano». Stranamente equiparate al trasporto pubblico le auto (anche a benzina e diesel)di GuidaMi.Il ser­vizio di car sharing del Comune, «è estremamen­te conveniente - spiega la nota - l’abbonamento annuale costa 120 euro, il test drive per 3 mesi co­sta 50 euro».

Per la prima volta, è scritto sui manifesti che an­nunciano la DomenicAspasso a Milano e in un terzo dei comuni dell’hinterland «non è più una risposta all’emergenza ambientale ma una gior­nata di festa per stare in città in modo diverso e riflettere sulla qualità della vita urbana». «Benve­nuta Roma » è la locandina quasi ironica con cui Milano accoglie nel club delle città ambientali­ste la capitale che domenica blocca il traffico. An­che Roma ferma il traffico «ma per altre ragioni» precisa Maran. Per la vecchia lotta al pm10. Mila­no è già più avanti.

Non serviranno ad abbattere lo smog, ma la prima domenica a piedidell’era Pisapia il 9 otto­bre ha portato nelle casse del Comune 137mila euro,13mila all’ora.Questa volta lo stop si accor­cia di due ore, dalle 10 alle 18, ma anche l’elenco di chi può viaggiare in deroga. E anche per il sin­daco è un’occasione per fare passerella.

Scendo­no in campo come testimonial i vip che restava­no a casa nei blocchi (pochi) targati Moratti ma visti spesso accanto a Pisapia in campagna eletto­rale: da Claudio Bisio e Lella Costa e Paolo Rossi. E per tutto il weekend tornano nelle piazze e nel­le strade della città i ComitatixMilano, gli ex Co­mitatix Pisapia per «coinvolgere un numero sem­pre maggiore di cittadini ». Iniziative sparse in tut­te le zone, dall’Arci Pessina a Chiaravalle al su­permercato Coop di via Palmanova.

Non cambia idea sul divieto di circolazione -comunque lo si voglia chiamare - il presidente della Provincia Guido Podestà: «Ribadisco di non condividere il metodo usato Comune, maga­ri sostenuto da qualche altra amministrazione, di decidere autonomamente il blocco. É impor­tante comprendere, l’ho scritto anche al sinda­co, che non costruiremo la futura Città metropo­litana con provvedimenti non strutturali come questo». Dal punto di vista ambientale, confer­ma, «non produce benefici alla salute».Se la deci­sione invece, «è maturata per compiacere chi ama andare in bici, passione ovviamente condi­visibile, è necessario allora favorire l’accesso dal­l’hinterland ».

Il Comune «ha verso questo tema un approccio ideologico. Dovrebbe, invece, te­nere conto delle esigenze dei tanti cittadini che devono essere liberi di spostarsi, anche nei gior­ni di festa, per motivi familiari o di lavoro».

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