Luciano Gandini
Parcheggio biciclette, frigorifero, stereo, volantini e ritagli di giornale appesi un po ovunque, manifesti dei centri sociali, mazzi di carte, bicchieri e una bandiera di Forza Italia, strappata e bruciata. No, non siamo entrati in uno dei tanti centri sociali occupati e/o abusivi della nostra città e non è nemmeno un pied à terre di qualcuno magari un po disordinato nel modo di fare, ma molto ordinato nelle sue legittime opinioni politiche. Questa è lUniversità degli Studi di Genova. Facoltà di Lettere e Filosofia, per essere precisi. Via Balbi 6, piano terra, per non sbagliare, di fronte alla Facoltà di Giurisprudenza e al Rettorato. Il locale, che le foto pubblicate oggi sul Giornale documentano, è classificato alla voce «aule studio», con tanto di due moderne ed efficienti postazioni computer con collegamento ad Internet illimitato, illimitato perché veloce, illimitato perché si può navigare senza alcun limite di tempo o di riconoscimento dellutente. A Giurisprudenza, per fare un paragone, chi usufruisce di Internet con i servizi bibliotecari della facoltà deve immettere una password identificativa e non può «occupare» la postazione informatica per più di un tot di minuti prestabilito. Queste lungaggini burocratiche qui, a Lettere e Filosofia, non ci sono, farebbero perdere indubbiamente troppo tempo prezioso.
Di cartelli che indichino la presenza e lesistenza di unaula studio, però, neanche lombra. Davanti alla porta che conduce in questo accogliente luogo non cè nessuna targa: solo volantini e ulteriori ritagli di giornale, con una particolare attenzione agli sviluppi del processo contro i poliziotti durante gli scontri del G8. Insomma, molto meglio non pubblicizzarlo questangolo di impunità universitaria, un po per non essere troppo disturbati, un po per evitare che si faccia vedere in giro lo stato di quasi anarchia in cui versa questaula letteraria.
Ma non è una situazione sconosciuta a chi dirige lUniversità, anzi è più che tollerata e tanto per non incorrere in troppe grane con gli assidui e abituali frequentatori, un apposito custode è pagato per «controllare» e per aprire e chiudere tutti i giorni il locale, dalle 9 del mattino alle 19. Cosa controlli, poi, non si sa visto che la coltre di fumo che invade laula si taglia con un coltello, alla faccia dei divieti di fumo nei locali «pubblici», ammesso che questaula universitaria lo sia, e che alcuni hanno smesso anche di frequentare le aule limitrofe perché il fumo passivo, non esattamente di sigaretta, cominciava a dare fastidio. In questaula «studio», poi, non ci si annoia certo.
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