Il nonno di 99 anni che gira il mondo giocando a tennis

Il nonno di 99 anni che gira il mondo giocando a tennis

Lo sport non ha confini anagrafici. Un esercito di «veterani» continua a correre, nuotare, pedalare. C'è quello che a cent'anni vince gare di atletica nel getto del peso, ci sono quelli, di poco più giovani, che si misurano a bracciate nei master di nuoto; c'è chi sulla soglia del secolo gira il mondo con la racchetta. L'avvocato milanese Giorgio Catala (essendo di origine belga il cognome si pronuncia alla francese con l'accento sull'ultima vocale) festeggerà 99 anni il prossimo 26 settembre. E' il super veterano del tennis italiano, orgoglioso dei titoli conquistati negli ultimi trent'anni sui campi d'Europa e d'Italia.
«Un socio del Tennis club Milano, vedendomi giocare e conoscendo press'a poco la mia età - racconta - mi propose di andare con lui al campionato europeo dei veterani a Portschach, in Carinzia». «Potresti fare bene nella tua categoria - disse -». Era il 1999, il risultato fu incoraggiante, terzo posto nella categoria over 80. Nacque così a 85 anni la sua seconda giovinezza tennistica, più appagante di quanto aveva fatto agonisticamente dall'estate 1927, quando tredicenne cominciò a giocare al TC Milano, una decina d'anni dopo era classificato ai vertici della terza categoria ed era avversario molto competitivo con la categoria superiore. «Si trovò subito inserito bene nel gruppo facendo tante amicizie - racconta la moglie Mariella che da allora gli fa da coach, da sparring-partner e organizza le trasferte - e cominciammo a girare il mondo, da un torneo all'altro. Prima andavamo all'estero per i tornei di bridge, dalle carte alla racchetta». Nella classifica mondiale di categoria il 2 luglio 2001 negli over 80 ha raggiunto il 29° posto. Quattro anni più tardi colse quello che ritiene il più significativo successo negli over 90 sempre a Portschach. «Eravamo in cinque, un tedesco, due austriaci e uno jugoslavo, si disputò il girone e vinsi tutti i quattro incontri senza perdere un set. Ricevetti un premio speciale e fui intervistato da molte tv straniere».
A volte gli capita di dover giocare con le categoria più giovane visto che non sempre c'è un numero sufficiente di iscritti per organizzare il torneo. A volte quando lo vedono rientrare al club gli chiedono com'è andata. Risponde deluso: «non ho giocato, ero l'unico iscritto». Ma quando gioca fa notizia e richiamo. A Cervia ricordano una sua finale storica. «Incontrai Attilio Della Valle, in due facevano 176 anni, io ne avevo 90.Un set a testa, sarebbe stato decisivo il tie-break come previsto dal regolamento. D'accordo decidemmo invece di giocare il terzo set e lo vinsi. Mi portarono in trionfo».
Come si fa a restare così attivi ed in forma atletica? «E' necessaria per ottenere l'idoneità all'attività agonistica che in Italia viene concessa sino a 80 anni. Giro l'ostacolo andando alla visita medica a Chiasso, all'estero non ci sono limiti».
Catala segue una programmazione metodica, il maestro di tennis e l'istruttore della palestra lo definiscono un professionista» . Un'ora di palleggio soft con la moglie Mariella, tre volte la settimana partita con il maestro Alberto, ogni giorno due ore di palestra «soprattutto esercizi per gli addominali, poi per il dorso e le spalle con carichi da 10 a 35 chili.

Alla mia età l'efficienza fisica vale più che la tecnica dei colpi e la tattica del gioco, gli stranieri sono meglio preparati, non posso rallentare la preparazione. La palestra è fondamentale, mai abbandonarla».
Ma forse il segreto è un altro, ogni giorno fa sette piani di scale a piedi. A 99 anni.

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