Nunziante-Checco Zalone. Il matrimonio va in replica

Dopo 175 milioni di incassi con quattro film, regista e comico tornano a lavorare insieme

Nunziante-Checco Zalone. Il matrimonio va in replica
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A volte ritornano. Insieme hanno incassato 175 milioni di euro con soli quattro film. Un sodalizio unico, quello tra Gennaro Nunziante che ha diretto e scritto, con Checco Zalone, il suo esordio Cado dalle nubi, 14,1 milioni di euro nel 2009, poi Che bella giornata nel 2011, con 43,5 milioni, a seguire Sole a catinelle con 51,9 milioni nel 2013 e infine Quo vado? con 65,4 milioni nel 2016. Attenzione alle date! Un film ogni due anni seguendo la regola aurea (oltre a quella del lieto fine) che i due si erano imposti per rimanere autori artigianali e non industriali.

Poi l'incantesimo si spezza e Checco Zalone, al secolo Luca Medici, sceglie la strada da solista - regia, sceneggiatura, musica e anche un po' di produzione - e con Tolo Tolo nel 2020 incassa solo 46 milioni di euro. Qualche prefica intona già il de profundis non considerando l'onda lunga interrotta dalla pandemia. In realtà un ruolo importante nel divorzio tra i due l'ha avuto il produttore Pietro Valsecchi il quale, con Taodue, ha costruito in maniera lungimirante l'esordio e il successo di Zalone, non trovando alla fine un accordo economico con Nunziante dopo l'incredibile successo di Quo vado?. Ma i due non si sono mai trovati, troppo impulsivo e autoritario il produttore, molto più meditativo ed ecumenico (anche in senso religioso) il regista.

Ma ora che Nunziante, che ha scelto di rimanere a vivere defilato a Bari con la moglie e i tre figli, ha un contratto con Indiana Production (Vuelta Group) guidata da Fabrizio Donvito, Marco Cohen, Benedetto Habib, Karim Bartoletti e Daniel Campos Pavoncelli, le indiscrezioni (il primo a scriverne è stato Fanpage) dicono che è pronto a tornare a lavorare con Checco Zalone per un nuovo film da girare quest'estate che uscirà per Capodanno.

Nunziante, ormai il Re della commedia italiana insieme a Riccardo Milani e a Paola Cortellesi, arriva a questo nuovo incontro forte di aver pilotato l'esordio al cinema di un altro comico politicamente scorretto, Angelo Duro che lavora sulla cattiveria mentre Zalone sull'ipocrisia, trasformandolo in uno dei grandi successi della stagione cinematografica con Io sono la fine del mondo che, con quasi dieci milioni di euro, è sul podio dei maggiori incassi italiani dopo Diamanti di Özpetek e Il ragazzo dai pantaloni rosa di Margherita Ferri.

C'è dunque il regista, non c'è più Valsecchi ma la produzione Indiana, manca solo la decisione dell'imprevedibile Zalone, impegnato in questi anni a teatro e in un album con Francesco De Gregori.

Per dire, Medusa, che aveva distribuito tutti i suoi film, era riuscita a convincerlo a portare al cinema le riprese dello spettacolo teatrale Amore + Iva ma Zalone all'ultimo momento aveva cambiato idea. Ora però il gioco si fa duro, con la competizione con Angelo Duro per lo scettro del comico politicamente scorretto veramente doc...

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