Nuova Anas e strade a pedaggio nella Finanziaria

Tra le misure il progetto di uscita dell’azienda che gestisce la rete viaria dal perimetro della pubblica amministrazione

Nuova Anas e strade a pedaggio nella Finanziaria

Antonio Signorini

da Roma

Lo «spacchettamento» dell’Anas e le strade a pedaggio finiscono nella Finanziaria 2006. Ieri al Senato il governo ha presentato il maxiemendamento al decreto fiscale collegato alla manovra e, a sorpresa, tra le misure aggiunte all’ultimo momento c’è anche il vecchio progetto di Giulio Tremonti di uscita dell’azienda che gestisce le strade statali dal perimetro della pubblica amministrazione. Una diversa veste giuridica che permetterà di non contabilizzare le perdite dell’Anas nel debito pubblico nazionale, quindi. Ma non solo. L’Anas - si legge nel maxiemendamento - può concedere a una o più «subconcessionarie» la gestione di alcune tratte stradali o autostradali «assoggettabili a pedaggio» che può essere «reale o figurativo». In altre parole torna in campo il pedaggio ombra e per alcuni tratti si apre la strada anche a un vero e proprio ticket, come quello che già si paga nella rete autostradale.
Il controllo delle società spetterà al ministero delle Infrastrutture e a quello dell’Economia. Entro trenta giorni dall’approvazione del decreto i due dicasteri dovranno individuare quali sono i tratti stradali da cedere alle nuove società. Queste saranno legate allo stato da un «contratto di servizio» i cui costi saranno compensati da tagli dei trasferimenti all’Anas. Il progetto di «privatizzazione» dell’Anas non piace ai sindacati e già nei giorni scorsi le federazioni dei trasporti di Cgil, Cisl e Uil avevano condannato un possibile ritorno del progetto tremontiano perché favorirebbe «interessi privati». I senatori dell’opposizione hanno condannato il maxiemendamento denunciando un «colpo di mano» da parte del governo.
Per il resto il maxiemendamento, oltre alla prevista correzione dei conti 2005 da 1,9 miliardi e quella da cinque miliardi del 2006, contiene un corposo capitolo dedicato alle lotterie e alle scommesse, alcune misure sul traffico aereo e delle indicazioni sulla dismissione degli immobili pubblici.
Come previsto, il governo ha posto la fiducia anche sul decreto fiscale, ma il voto sul provvedimento collegato alla finanziaria è slittato a oggi. I relatori dei due provvedimenti, l’azzurro Antonio Azzollini e Riccardo Pedrizzi di An, hanno difeso la manovra. Il viceministro all’Economia Giuseppe Vegas si è soffermato sulla manovra da cinque miliardi definendola «un’operazione di trasparenza compiuta dal governo per difendere la stabilità dei conti pubblici». «Abbiamo affrontato una sfida con strumenti largamente inadeguati - ha aggiunto Vegas - perché è difficile mantenere economie competitive con la finanza pubblica sostanzialmente rigida, con determinati livelli di spesa pubblica in rapporto al Pil». Una condanna senza appello della Finanziaria è arrivata dal leader dell’Unione Romano Prodi.

«Questo è l’ultimo compito in classe di uno studente che merita di essere bocciato», ha detto il Professore suscitando una replica divertita da parte del presidente dei senatori di Forza Italia Renato Schifani: «Prodi farebbe bene a evitare allegorie. Il Professore nella scorsa legislatura è stato bocciato in anticipo dalla sua stessa coalizione, che, per manifesta incapacità, l’ultimo compito in classe non glielo ha fatto neppure fare».

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