Sono bastati 40 giorni di amministrazione controllata, e da ieri è nata la «nuova» General Motors. Un record di velocità per un’azienda di queste dimensioni. Il gruppo è uscito dalle procedure fallimentari dopo la formalizzazione del passaggio delle sue attività chiave e dei principali marchi (Chevrolet, Cadillac, Buick e Gmc) a una nuova società più snella, che parte con 11 miliardi di dollari di debiti, controllata al 60,8% dal governo di Washington. Il passaggio di proprietà della maggiore azienda automobilistica americana è avvenuto alle 12 e 30 italiane, le 6.30 locali.
La nuova Gm promette di essere più veloce e attenta alle esigenze dei clienti, ma anche più rapida rispetto alle scadenze nel ripagare gli enormi finanziamenti accordati dal governo di Washington per evitare un tracollo che avrebbe avuto un impatto occupazionale e simbolico enorme. Lo ha assicurato ieri l’amministratore delegato del colosso di Detroit, Fritz Henderson, spiegando che i 50 miliardi di prestiti pubblici ricevuti negli ultimi mesi verranno rimborsati prima della scadenza del 2015. La svolta promessa sarà di carattere squisitamente industriale: secondo Henderson, sarà necessario orientarsi ai gusti della clientela con l’introduzione, a ritmi più serrati che in passato, di modelli graditi al pubblico. «Dobbiamo riconoscere - ha detto in una conferenza stampa - di aver ricevuto una rara seconda opportunità e ne siamo molto grati. E apprezziamo anche il fatto di avere gli strumenti per portare a termine il lavoro».
La cura non sarà indolore. Henderson ha annunciato che gli organici manageriali saranno tagliati del 35%, con 450 dirigenti che lasceranno l’azienda; i dipendenti - 225mila al momento della crisi - scenderanno a circa 64mila. La filosofia dell’azienda avrà come perno tre priorità: clienti, automobili e cultura. «Se non comprendiamo questo, nient’altro funzionerà». «L’obiettivo è quello di produrre e vendere le migliori auto al mondo» ha aggiunto Henderson, assicurando che il governo americano non sarà coinvolto nella gestione quotidiana dell’attività. Il «nuovo corso» avrà anche un nuovo approccio di marketing. Innanzitutto, sarà creato un sito web intitolato «Dillo a Fritz» (Henderson), attraverso il quale il pubblico potrà rivolgersi direttamente ai vertici dell’azienda. Nei programmi di rilancio c’è poi un accordo con eBay che potrebbe «rivoluzionare» l’acquisto di auto online, anche se l’intesa non è ancora stata raggiunta.
La nuova Gm controllata dallo Stato (60,8%) ha come azionisti il governo canadese con l’11,7%, il sindacato United Auto worker, con il 17,5%; i creditori possiedono il restante 10%. «Al più presto», forse già il prossimo anno, Gm tornerà in Borsa. L’operazione di salvataggio, alla quale molti soggetti si erano opposti, è stata preferita per garantire la continuità del lavoro a buona parte dei dipendenti e alle migliaia di fornitori che, in caso contrario, si sarebbero a loro volta trovati sull’orlo del fallimento, creando devastanti effetti a catena.
Secondo Henderson, la nuova Gm sarà «totalmente competitiva» grazie a nuovi prodotti e a una razionalizzazione dei marchi. Nel frattempo sono stati venduti o sono in corso di cessione numerosi asset, tra i quali Saab, Vauxhall, Hammer, Opel. Nell’istanza presentata al tribunale fallimentare, Gm aveva indicato che il totale del debito ammontava a 172,8 miliardi di dollari, mentre il totale delle attività era pari a 82,29 miliardi.
La «newco» avrà un debito di 11 miliardi di dollari, 64mila dipendenti entro la fine dell’anno, una rete di vendita dimagrita di un terzo, una drastica riduzione dei dirigenti ed Edward Whitacre, ex amministratore delegato di At&t, alla presidenza del consiglio di amministrazione. Quanto alla rapidità delle procedure, è stato fatto notare che il Chapter 11 di Gm è durato 40 giorni, contro i 42 della tre volte più piccola Chrysler.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.