Nuova incursione del gruppo artistico Voina, in italiano «guerra», che nei giorni scorsi ha mandato le proprie militanti in giro per mosca a baciare le poliziotte. Suscitando reazioni di tutti i tipi: fastidio, stupore, paura ma anche divertita partecipazione. Una sorta di verifica degli effetti della nuova legge emanata da premier Dmitrij Medvedev per rendere meno arcigna la polizia russa.
Il 1° marzo è infatti entrata in vigore in Russia la nuova normativa che prevede la creazione di una struttura dove far confluire solo i migliori collaboratori del ministero degli Interni. Inizialmente il progetto si chiamava «Sulla milizia» ma il Presidente Dmitrij Medvedev ha proposto di modificare la «milizia» in «polizia» proprio per svecchiare un'istituzione non molto amata in Russia. Una delle innovazioni più importanti è rappresentata dalla cosiddetta «regola Miranda» che impone agli agenti di spiegare al fermato i suoi diritti, fornire servizi di traduttore, avvisare i familiari dell'arresto fino a alla rinuncia a testimoniare. Insomma una polizia del tutto nuovo rispetto a quella conosciuta nell'ultimo secolo dei cittadini russi, abituati al rigore sovietico, poi solo in parte mitigato dall'attuale regime semidemocratico.
Per questo il gruppo «Voina» ha voluto fare questa sorta di test, provocatorio e dissacrante come tutte le sue «performance» a metà tra il politico e l'artistico. Sin dagli inizi del 2007 infatti, il collettivo artistico Voina è impegnato a dar vita a una street art che «squarci l'asfissiante cappa di corruzione e soppressione della Russia post-sovietica». Il gruppo conta attualmente più di 200 membri ed è capitanato da Oleg Vorotnikov, fondatore e studente di filosofia e Leonid Nikolaev, suo presidente, che hanno appena finito di scontare alcuni mesi di prigione per aver ribaltato delle auto della polizia di fronte ad un commissariato di San Pietroburgo. A risparmiargli altri 6 anni di detenzione i 20mila euro di cauzione, versati il 24 febbraio da Banksy, artista nato (nel 1974 o 75) e cresciuto a Bristol, la cui vera identità è circondata da un alone di mistero. Un personaggio noto per le sue opere, realizzate spesso con gli «stancil», spesso a sfondo satirico con cui prende di mira la politica, la cultura e l'etica.
I componenti del collettivo artistico russo balzarono agli onori della cronaca internazionale alla vigilia dell'elezione del presidente Dmitri Medvedev, nel febbraio 2008, quando inscenarono un'orgia al museo di Biologia Timiryazev di Mosca. La performance si chiamava «Scopa per il successore - l'orsacchiotto!» giocando sul cognome del presidente che deriva dalla parola russa medved (orso). Protagoniste cinque coppie, tra cui Natalia Sokol, coordinatrice del gruppo, a soli quattro giorni dal parto di suo figlio.
La scorsa estate guadagnarono nuovamente l'attenzione di mezzo mondo quando portarono a termine a San Pietroburgo l'operazione «Cazzo catturato dall'Fsb» cioé il servizio segreto russo. In 23 secondi, durante la notte, dipinsero un fallo gigante e fluorescente di 65 metri su una delle due ali del ponte Liteyny, che si apre proprio davanti alla sede dei servizi di sicurezza federali. Subito cancellato per ordine delle autorità, l'intervento era nato come protesta contro una legge del governo Putin che ha dato più poteri all'intelligence.
Ora è toccato ai meno provocatori baci alle poliziotte inseguite per strada e in metropolitana e aggredite da giovani militanti del «Voina». Mentre altri componenti armati di video camera riprendevano le reazioni delle agenti. Ovviamente le più disparate.
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