Nuove carte a Borrelli, tremano altri due club di A

Gian Piero Scevola

A far tremare i palazzi del pallone non sono le decisioni d’appello che tanti si aspettano dalla Corte Federale ma, secondo informazioni in possesso de il Giornale, le 300 pagine, o giù di lì, che la Procura di Napoli sta per inviare alla Federcalcio, con una nuova lunga serie di intercettazioni sempre riguardanti il campionato 2004-05 che vedrebbe coinvolte due società di serie A finora mai tirate in ballo. Un ennesimo tsunami si abbatterebbe sul nostro calcio già abbastanza sinistrato, la dimostrazione che il sistema è da riformare se non cambiare completamente.
Difficile fare previsioni, per ora il condizionale è d’obbligo, ma la collaborazione tra i pm napoletani Filippo Beatrice e Giuseppe Narducci, dopo la visita iniziale fatta dal commissario Rossi è totale, così come l’unità d’intenti con Borrelli. Insomma, un’altra dura botta al sistema calcio, anche perchè era previsto che tra le 100mila telefonate intercettate in quella maledetta stagione, ve ne fossero altre in ugual modo compromettenti come le appena 40 che sono servite per dare uno scossone al marcio del nostro calcio. Si trattava solo di aspettare e avere pazienza, ma ormai, scoperchiato il pentolone, può davvero uscire di tutto e allora fanno riflettere le parole di Luciano Moggi su un sistema generalizzato che convolgeva tutto il mondo del calcio e non solo la Juventus.
Un sistema a perdere, perchè i veri valori dello sport sarebbero ridotti ai minimi termini visto che a farla da padrone è l’interesse economico e il risultato finale. Si tratta di aspettare non molto perché Beatrice e Narducci hanno già da qualche giorno pronti i faldoni e aspettano solo il momento buono per trasferirli in via Allegri, salvaguardando però la massima riservatezza dell’operazione per evitare che i testi delle intercettazioni finiscano, come successo nella prima inchiesta, in parto ai media.
Intanto l’attesa per i ricorsi del procuratore federale Stefano Palazzi è ormai stemperata dopo la certezza che i quattro club condannati dalla Caf passeranno da sabato sotto le forche caudine della Corte Federale. Ma se il maxi processo è alla sua seconda tornata, quella dell’appello che, secondo il commissario straordinario Guido Rossi e il presidente della Corte federale Piero Sandulli, dovrebbe essere l’ultima e la definitiva, è in dirittura d’arrivo il secondo filone dell’inchiesta aperta 15 giorni fa da Francesco Saverio Borrelli. Un’inchiesta da non trattare con leggerezza perché, conoscendo la tenacia dell’ex procuratore di Mani Pulite, per i club sotto indagine non c’è da aspettarsi niente di buono. Borrelli ha messo nel mirino Reggina, Lecce, Messina, Empoli, Siena, Arezzo e, dopo vari interrogatori di dirigenti e giocatori, è intenzionato a chiudere per domani o giovedì e presentare un formale atto d’accusa a Palazzi che dovrà valutare e poi, quasi certamente, procedere ai deferimenti.
A tremare in particolare sono Reggina e Arezzo (ecco perché i campionati dovranno subire necessariamente uno slittamento, al fine di permettere il completamento degli organici con eventuali ripescaggi, slittamento che, in virtù dell’ulteriore indagine di Napoli, potrebbe protrarsi ben oltre settembre) rispettivamente per i contatti del presidente calabrese Lillo Foti con l’ex designatore Bergamo e per il comportamento dell’assistente Titomanlio a favore dell’Arezzo nella gara-salvezza con la Salernitana. Bisognerà anche vedere cosa scriverà Borrelli sugli ex arbitri Collina e Tombolini (la cui testimonianza verrà usata dalla Lazio nell’appello davanti alla Corte Federale), sull’asservimento di Siena e Messina al sistema Moggi, e sulle chiacchiere su Vicenza-Empoli.

Processo che, non essendo coinvolti dirigenti federali (Bergamo è dimissionario e la sua posizione è stata giudicata con difetto di giurisdizione anche dalla Caf), dovrebbe tenersi a Milano in prima istanza davanti alla commissione disciplinare di Stefano Azzali e in appello davanti alla Caf di Cesare Ruperto.

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