Nella mobilità del futuro non saremo più proprietari di auto ma utenti di città tecnologiche e connesse. Guida autonoma, intelligenza artificiale, condivisione di veicoli, app con cui scegliere il tipo di vettura o l’esperienza a bordo, con cui gestire il traffico e i tragitti in modo intelligente. La piena realizzazione dell'Internet Of Things. Il trasporto sarà un mix di macchine elettriche che ricaricheranno altri veicoli; di micromobilità per tragitti brevi e veicoli senza conducente per il trasporto di persone e merci. Tutto questo cambia la dinamica delle reti e delle infrastrutture, con una nuova idea di arteria autostradale che non è più un tratto di strada che porta semplicemente da un punto a un altro punto.
"Autostrade ha fatto un salto quantico", esordisce il vicedirettore del Giornale, Osvaldo De Paolini mentre intervista Roberto Tomasi (Ad Autostrade per l’Italia), e aggiunge: "È un vanto per la nostra economia. Cento anni fa nasceva quella che viene considerata la prima strada a pagamento del mondo: la Milano-Varese. Cosa rimane di quel messaggio?". "Per immaginare il futuro dobbiamo guardare al passato - afferma Tomasi - Questo è anche il 60esimo dell'autostrada del Sole, inaugurata nel 1964 da Aldo Moro. Le polemiche su quell'autostrada ci furono e molti non capirono il perché, il potenziale, di quell'autostrada. Attorno a quei sistemi autostradali è però nata l'economia del nostro Paese. Due terzi della popolazione non vive nelle grandi città e utilizzerà sempre l'auto. Anche se l'uso più significativo è legato alle merci: il 90%".
Trasporto su rotaia o su gomma? Per Tomasi un equilibrio non potrà esserci perché le percentuali sono troppo sproporzionate. "Immaginiamo una logistica rivoluzionata: se andiamo a raddoppiare il trasporto su ferro non abbiamo comunque cambiato nulla. È efficiente solo se si superano i quattrocento chilometri. Se andiamo a vedere in quanti anni si sono sviluppati i sistemi infrastrutturali vediamo che sono passati almeno cento anni. E di quante risorse avremmo bisogno? Per rifare il sistema autostradale ci vorrebbero tremila miliardi di euro. E ci vorrebbero cinquant'anni".
Continua Tomasi, incalzato da De Paolini: "Il numero di chilometri percorsi è di 74 milioni dai veicoli leggeri e 23 da quelli pesanti. Questo ci dice che la rete è strategia per l'economia del Paese. Investire per preservare il valore dell'infrastruttura è fondamentale. In una prospettiva di 15/20, tenuto conto che in passato non ci sono stati investimenti, dobbiamo fare ammodernamento della rete, che ha margini per essere ancora gestita, e poi al potenziamento di alcuni nodi che, in grandi città metropolitane, sono ormai saturi. Non possiamo posticipare questi interventi perché siamo già in ritardo rispetto alle esigenze del sistema-paese. Dobbiamo poi immaginare di ridurre il numero di veicoli viaggianti perché gli importi che abbiamo previsto non saranno sufficienti".
De Paolini ricorda come in futuro ci saranno meno mezzi, quindi, almeno teoricamente, meno guadagni per Autostrade: "Oggi il mezzo rimane molto fermo - afferma Tomasi - ma il numero di chilometri percorsi aumenterà. Con un'efficacia che dobbiamo migliorare, visto che gran parte della rete è ormai in saturazione". Come nascono le code?, chiede un curioso De Paolini. "Da due fattori, dalla velocità di regime e dall'intensità di traffico. A volte basta che un veicolo rallenti molto per creare grandi code su una corsia. Fare cantieri di ammodernamento quando le reti sono così sature è molto difficile ed è il motivo per cui le facciamo di notte".
Sostenibilità - afferma De Paolini - viene usata da tutte le aziende. Ma cosa vuol dire davvero? "Ci sono diversi livelli di sostenibilità. Essere efficace di spostare persone e mezzi. Se congestioni meno sei più efficace. Ma c'è pure l'efficacia del vettore. Noi abbiamo fatto uno studio sulla mobilità e le nostre previsioni erano molto più negative di quelle europee. La strategia per arrivare agli obiettivi di sostenibilità è multipla: l'uso di biocarburanti sarà importante, almeno per risolvere un terzo dei problemi della mobilità. E poi c'è anche quello dei comportamenti. Il pedaggio mediamente costa tra il 5 e il 10% di un viaggio".
Una partita in cui gli pneumatici intelligenti possono fare la differenza: "Stiamo dialogando per acquisire quei dati. Ma siamo già avanti. Ci sono sistemi viaggianti che interpretano diverse situazioni ed elaborano, con l'intelligenza artificiale, piani di lavoro specifici".
La sicurezza è fondamentale, però, ricorda De Paolini, dobbiamo stare attenti a tutto ciò che è tecnologico perché può essere azionato a distanza. "Gli eventi che possono capitare sono diversi, come ci ricorda il problema che ha avuto Microsoft", risponde Tomasi. "Tutta la politica di cyber security messa in atto va a proteggere i nostri sistemi. Simuliamo anche la perdita di alcuni di essi per capire quali sono quelli di attivazione per proteggerli. Gli stress test sono fondamentali. Abbiamo sistemi evoluti di backup e controllo. Oggi Autostrade sta lavorando con il ministro per implementare finanziamenti. Stiamo immaginando meccanismi alternativi in modo tale che la proiezione degli investimenti sia di lungo periodo. Il sistema a pedaggio non va a gravare sui conti pubblici ed è un altro elemento fondamentale".
A volte, però, sottolinea De Paolini i lavori
vengono bloccati dai "professionisti del no" e da chi teme di firmare: "Abbiamo incontrato entrambi. È il percorso di trasparenza con il quale si gestisce l'attività e come si prendono le decisioni a fare la differenza".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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