Usare asteroidi per velocizzare il viaggio: l'idea della Nasa per portare l'uomo su Marte

L'obiettivo di questo piano, oltre a ridurre i tempi di trasporto, è quello di diminuire la quantità di radiazioni cosmiche a cui gli astronauti sarebbero sottoposti

Usare asteroidi per velocizzare il viaggio: l'idea della Nasa per portare l'uomo su Marte
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Un modo per arrivare su Marte più velocemente sarebbe, secondo una nuova ipotesi della NASA, quello di sfruttare gli asteroidi, agganciandone uno e diminuire il tempo di viaggio (circa nove mesi a cose normali) e quindi la quantità di radiazioni cosmiche a cui gli astronauti sarebbero sottoposti. Più praticabile, però, utilizzare la Starlink di SpaceX, con tutti i problemi che il viaggio comporterà.

Quello che mi lascia perplesso è tutta questa ossessione per Marte. Va bene un tempo: da antica divinità, quando il cielo era pieno di divinità, a quando Schiapparelli, nel 1877 pubblicò una mappa dettagliata del suolo marziano e per un errore di traduzione i «canali» divennero strutture artificiali, e nacque il mito dei marziani. Ora sappiamo che non ci sono più marziani, ma abbiamo mandato sonde, robot, rover sofisticatissimi che fotografano, girano video, analizzano il terreno in cerca di forme di vita batteriche (dovendo stare attenti a non portarcele noi, nel frattempo, motivo per cui deve essere tutto accuratamente sterilizzato prima di essere lanciato sul pianeta rosso). Tutto questo ha senso.

Viceversa, l’idea di trasferire l’umanità su Marte mi sembra molto campata per aria, o meglio nello spazio di probabilità che ci riguarderanno molto poco. È un deserto freddo senza ossigeno, senza acqua, un pianeta senza campo magnetico e con un’atmosfera che non protegge dalle radiazioni cosmiche, al confronto trasferirsi dentro Chernobyl è un lusso. Arrivarci con un’astronave o aggrappandosi a un asteroide non mi sembra il punto, il problema è renderlo vivibile. In termini tecnici «terraformarlo».

Voglio dire, vogliamo terraformare Marte, e non riusciamo a ridurre le emissioni di CO2 sulla Terra, che lentamente stiamo marteformando.

Un primo uomo su Marte ci sarà, prima o poi, sebbene la data continui a essere sempre spostata (ora al 2027, non credeteci). Immagino il primo astronauta a sbarcare, cosa potrà dire? «Un piccolo passo per un uomo, un grande passo per l’umanità, ma qui è lo stesso schifo che avevamo visto in migliaia di foto, ragazzi».

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