Nuovi rincari per luce e gas: così la crescita è impossibile

La fase 2 non porterà sviluppo se le Authority decidono di prosciugare i risparmi degli italiani colpendo i consumi: è come tagliare gli stipendi

Nuovi rincari per luce e gas:  così la crescita è impossibile

È come un rasoio a tripla lama: prima la crisi finanziaria, poi lo Stato, e dopo il parastato. Il guaio è che i peli superflui in questo caso sono salari e risparmi degli italiani. È il regalo di Capodanno. L’authority per l’energia ha deciso di aumentare la luce del 4,9 per cento e il gas del 2,7. Stessa storia per i pedaggi delle autostrade, più 3,5 per cento e per il canone Rai. Era un sospetto, ora è realtà. Su quanto costa un pieno di benzina quasi tutti si sono già fatti i conti. I giornali per sintetizzare dicono che vale più di un pranzo di fine anno. Questa è la prima fotografia dell’Italia che verrà. Buon 2012.
Negli auguri di Monti tutto questo non c’era, eppure sono fatti importanti e condizionano qualsiasi politica economica. Sono il segnale, concreto, che la fase due è una truffa, un’illusione, una presa in giro, chiacchiere da venditori di almanacchi. Lo slogan dice: «cresci Italia». E come? L’aumento notevole di gas, luce, autostrade e carburante è una falce che si abbatte sul salario reale di ogni singolo individuo. Lo stipendio pesa di meno. È difficile immaginare che un lavoratore dipendente vada dal direttore del personale e ottenga un aumento del 3 o 4 per cento. Non basta portare la bolletta della luce per avere in cambio qualche euro in più in busta paga. Non funziona così.
Quello che accadrà è che la gente spenderà di meno, caleranno i consumi e gli amici di Monti scriveranno quanto è bella questa stagione sotto il segno dell’austerity. I moralisti santificheranno la fine del consumismo e il nostro Pil sarà ancora negativo, con la spiacevole conseguenza che il rapporto con il debito pubblico farà urlare i mercati. Risultato: tutto come prima, anzi peggio di prima. A quel punto diranno che serve un’altra manovra per salvare il Paese dall’apocalisse e altre tasse e nuovi aumenti di gas, luce e benzina. Fino a quando l’orizzonte sarà un deserto. Deserto ma austero.
Non finisce qui. I signori delle authority e i padroni del parastato sono tempestivi ad aumentare le tariffe nei momenti cruciali. È già successo nel passaggio dalla lira all’euro. I primi ad arrotondare i conti sono stati loro. Perfino gli economisti possono confermare che i costi dell’energia creano una forte spirale inflattiva. Il motivo è semplice e si vede anche nelle piccole cose.
Se aumentano luce e gas il fornaio sotto casa, la pasticceria dietro l’angolo, la fabbrica in periferia, la trattoria dove ogni tanto ti capita di mangiare si adeguano all’aumento dei costi fissi. Certo, potrebbero essere generosi e ridurre i profitti. Ma non funziona così, anche loro devono campare. Come le banche, che lo ripetono spesso, non sono una associazione di beneficenza. Sono imprese. Se aumentano i costi, aumenta anche il prezzo, con la speranza di non ridurre i profitti. Il risultato è che il salario reale scende ancora di più e qui si ricomincia. L’unica speranza sarebbe diminuire le tasse almeno sul lavoro, ma tutti vi diranno che non si può perché il debito pubblico è troppo alto e l’Europa se non l’ascoltiamo ci taglia le mani. Debito pubblico, tasse, aumento dei prezzi deciso dalle autorità pubbliche, inflazione, salari ancora più bassi, debito pubblico che sale ancora, tasse e così via. È un romanzo dell’orrore. È un incubo beffardo scritto da un Edgar Allan Poe più ubriaco e cattivo del solito. Qualcuno dovrebbe interrompere questa giostra a perdere. Qualcuno. Non Monti. A questo punto è difficile che lo farà.
Perché il paradosso finale di questa storia è che i primi nemici della fase due, quella del rilancio e del «cresci Italia», non sono i commercianti e neppure gli speculatori di borsa. Sono gli amici del governo.

Sono quelle authority pubbliche che non dovrebbero affrettarsi ad aumentare i costi appena vedono un barlume di speranza. Lo Stato tassa e predica e il parastato poi butta il sale sulle ferite. Allora ditelo: siete come quei medici che curavano i malati salassandoli con le sanguisughe.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica