Il nuovo avanza con i giovani alla Fabbrica

I testi di Benni e Serra per l’inaugurazione della rassegna segnano un nuovo passo

Valentina Fontana

«Il nuovo che avanza, debole o imponente, apparente o sostanziale, controfigura o protagonista della grande storia del nuovo millennio. Una contraddizione sembra invadere e opprimere l'uomo contemporaneo, arie e coscienze ancora inquinate, sguardi vuoti, uomini e donne sempre più confusi in un continuo avanzare che in realtà non cammina. Il nuovo cha avanza diventa il simbolo del percorso del nostro progresso, volutamente tracciato con ironia, perché dentro quel procedere solo apparente c'è qualcosa che continua a muoversi veramente e che ogni tanto viene fuori, tra le note di una musica, le parole in un palcoscenico, tra le pagine di un libro».
Dall'essenza di un progetto artistico come Vapori Zerosei, ben delineata dal suo organizzatore Emilio Russo, direttore artistico del Teatro Filodrammatici, emerge il desiderio di riconoscere e trattenere finalmente un qualcosa del "nuovo" che possa svegliare ancora i cuori e le intelligenze.
Non a caso Il nuovo che avanza - in scena alla Fabbrica del Vapore oggi e domani alle 19 - è il titolo dello spettacolo inaugurale di Vapori Zerosei. E non a caso sono proprio le penne ironiche di Stefano Benni e Michele Serra ad augurare alla rassegna di riuscire a «fabbricare» questi vapori che corrono così veloci.
Così, dalle pagine più famose dei due scrittori nasce Il nuovo che avanza, «una lettura drammatizzata dalla Compagnia Filodrammatici, ma non solo - dice Russo -. I brani tratti dai libri dei due autori, letti e recitati da Marco Balbi, Adriana De Guilmi e Natale Ciravolo sono intervallati dalla musica del gruppo Parto delle nuvole pesanti».
«Il titolo - continua Russo - letteralmente vuole essere un augurio a cogliere tutto il nuovo che avanza realmente, che poi è l'anima del progetto Vapori Zarosei, dedicato a tutta la cultura giovanile e alle nuove esperienze sulla scena. Ma dietro il significato letterale incalza sempre con ironia il nuovo che in realtà non porta alcun cambiamento».
Ecco allora l'ironia e il sarcasmo di Michele Serra, che nel suo Il nuovo che avanza, da cui prende il titolo lo spettacolo, pone il riflettore sulla grande città come il trionfo dell'inessenziale e del superfluo, dell'artificiale sul naturale, del superfluo sul necessario, raccontando una serie di inganni del moderno visto come luogo di equivoci.
Ecco i brani di Stefano Benni descrivere con la stessa ironia il mondo di Bar sport o Il bar sotto casa.

Condizioni per cui forse «solo l'assenza totale di impegni ed ingombri e il rigetto delle deformi maschere che ci costruiamo - come scrive Serra ne Il ragazzo mucca - possono svelarci a noi stessi e rifarci padroni del nostro corpo. Per poi restituirci interi tra le braccia degli altri».

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