Col 2011 alle spalle, entrano a pieno regime gli aumenti e per gli italiani si preannuncia una stangata su più fronti. A rincarare a partire già da questo mese sarà non solo la benzina, in larga parte per effetto dell'aumento delle addizionali regionali, ma anche i pedaggi autostradali. E ancora: luce, gas, elettricità. Tutte le bollette subiranno un rialzo verso l'alto, al quale si aggiungerà anche una "tassa sulle vincite", volta a tassare maggiormente Superenalotto, Lotto e Gratta e Vinci.
Allo scattare del nuovo anno hanno preso il via anche le nuove misure per l'aumento delle addizionali regionali in cinque regioni. Per Toscana, Lazio, Liguria, Marche e Umbria ecco quindi rincari che vanno da un minimo di 2,6 centesimi, fino ad un massimo di 5 centesimi a litro (6,1 con il conteggio dell'Iva) e che avranno un impatto importante sul portafoglio degli automobilisti. Gli italiani, denunciano le stime dell'Osservatorio nazionale dell'associazione, "spenderanno per i propri pieni +192 euro nel 2012".La benzina vola a un prezzo che fa segnare il nuovo record storico: 1,738 euro/litro, con punte che toccano gli 1,8 euro in alcune aree del Paese, soprattutto al Sud e al Centro, dove l'impatto delle addizionali è più forte. A poco serve la decisione di Tamoil di aumentare i prezzi raccomandati per il prodotto leggero di 0,4 centesimi, se è vero che a influire sul rincaro del carburante sono le decisioni prese a livello regionale.
Praticamente statico il prezzo del diesel, che non è toccato dalle addizionali e si ferma a quota 1,7 euro/litro. Ma se il diesel non aumenta a subire un deciso rincaro saranno frutta e verdura, generi per i quali i costi relativi al trasporto e alla logistica incidono per circa un terzo, insieme all'intero settore di bevande e prodotti alimentari.
Rimanendo nell'ambito dei trasporti, anche i pedaggi autostradali, sulla rete Autostrade per l'Italia, subiranno un aumento del 3,51%, dovuto all'inflazione e a una serie di investimenti addizionali messi in cantiere dalla società.
I rincari andranno insomma a toccare "lo stile di vita delle famiglie e l'intera economia", come ricordano Federconsumatori e Adusbef. E se già preoccupano le cifre relative al carburante e le conseguenze sulla spese famigliare, ad esse bisogna aggiungere il rincaro sulle bollette di luce e gas, che costerà agli italiani 54 euro all'anno a famiglia. Principali colpevoli in questo caso gli aumenti dei prezzi dell'energia elettrica (+4,9%) e del gas (+2,7%), dovuti a "persistenti rialzi delle quotazioni petrolifere e, per l’energia elettrica, anche gli incentivi alle fonti rinnovabili e i connessi costi per adeguare i sistemi a rete al nuovo scenario di produzione decentrata e intermittente".
In vigore da oggi anche la nuova tassa sulle vincite, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale lo scorso 31 dicembre, che porterà una tassazione del 6% su tutte le vincite superiori ai 500 euro, garantendo alle casse statali un miliardo di euro l'anno, come previsto dalla manovra bis di quest'estate. Esemplificando, se la tassa fosse stata applicata alla vincita più alta di quest anno, di 178 milioni, la trattenuta sarebbe stata pari a 10,6 milioni di euro.
Se ancora non bastasse, questi nuovi aumenti vanno solo a sommarsi a una serie di tasse già annunciate in precedenza, dall'aumento dell'Iva alle tasse su aeromobili e barche, al caro tabacco, fino alla tassa sul Tfr per la quota superiore al milione di euro.
E sulla situazione dei carburanti c'è già chi preannuncia lo sciopero. Il Comitato contro le speculazioni e per il risparmio, composto da Adoc, Codacons, Movimento Difesa del Cittadino e Unione Nazionale Consumatori, ha commentato il nuovo rincaro sul costo della verde parlando di "una situazione drammatica, dovuta ai 5 aumenti delle accise decisi dal Governo Berlusconi prima e da quello Monti, poi". Sotto accusa anche la differenza di prezzo della benzina tra l'Italia e il resto d'Europa. Il Comitato "conferma lo sciopero della benzina del 5 e 6 gennaio" e si rivolge al ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, chiedendo un tavolo di confronto prima di quelle data, dicendosi disposto a revocare lo stop solo in questo caso.
Eppure nel 2011 il fabbisogno annuo dello Stato è sceso di 5,5 miliardi rispetto al 2010 e ammonta ora a circa 61,5 miliardi, tre miliardi in meno delle stime ufficiali Def (Documento di economia e finanza).
Il miglioramento, inoltre, "arriva quasi a 8 miliardi, se si confronta il dato annuo 2010 e 2011 in modo omogeneo, escludendo l'erogazione per il sostegno finanziario alla Grecia, che nel 2011 è stata molto più rilevante (circa 6 miliardi contro i 4 miliardi circa del 2010)".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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