Obama si gode una settimana di vacanza alle Hawaii, dopo aver messo a segno un bel colpo. Il presidente è felice per l'accordo, raggiunto al Congresso, che estende di due mesi gli sgravi fiscali sugli stipendi per 160 milioni di americani. Un rischio su cui Obama aveva già iniziato a martellare - in puro stile da campagna elettorale - mettendo un vistoso conto alla rovescia sul sito della Casa Bianca che stava a indicare i giorni che mancavano dall'aumento delle tasse per milioni di cittadini. Aumento delle tasse scongiurato, dunque, almeno per ora. "Ringrazio il Congresso", ha detto Obama subito dopo la firma della legge, per aver evitato un aumento delle tasse dal 1° gennaio per milioni di americani e "per aver rotto l'impasse" che si era creata sul tema: il riferimento è alla bocciatura dell'estensione degli sgravi da parte della Camera. Un secco "no" che è costato caro, politicamente, ai repubblicani della Camera contrari all'accordo e che si sono visti sommergere da critiche, anche all'interno del proprio partito. Alla fine, però, hanno ceduto alle pressioni di Obama e accettato di firmare un'estensione di soli due mesi degli sgravi sugli stipendi.
"Il Congresso continui a lavorare senza dramma e senza ritardi per raggiungere un accordo che estenda questi tagli" incalza Obama, senza dimenticare di ringraziare gli americani per aver fatto sentire la propria voce ai politici. "Avete fatto la differenza" aggiunge il presidente.
A conti fatti la mancata estensione degli sgravi si sarebbe tradotta in 40 dollari in meno sulla busta paga di ogni dipendente, con un impatto medio annuale di 1.000 dollari a famiglia. Non è una cifra enorme, ma Obama ricorda che per molte famiglie 40 dollari in più, in tasca, ogni mese, possono fare comodo. Anche questa è un'abilissima mossa a livello d'immagine. Una mossa che va dritta non tanto al cuore ma al portafoglio degli americani, da sempre molto sensibili su questo tema quando si deve andare a votare.
L'estensione "è una buona notizia che arriva per le feste. L'economia sta mostrando segnali positivi ma non cresce abbastanza velocemente. C'è bisogno di fare di piu" evidenzia Obama. Ovviamente il presidente cerca di pompare ottimismo a più non posso. Fa parte del gioco. Ma i repubblicani cosa dicono? E' stata una settimana non facile per John Boehner, speaker della Camera, che ha ricevuto moltissime critiche per la precedente bocciatura dell'accordo, da lui spiegata dicendo che un'estensione di soli due mesi avrebbe creato solo incertezza. Alla fine, però, anche il partito dell'elefante si è dovuto piegare, stretto all'angolo da Obama e dai democratici, ma non solo. Molti repubblicani, infatti, avevano capito benissimo che il mancato accordo avrebbe segnato una sconfitta per loro, già criticati per la scelta di aver spinto per gli sgravi fiscali ai ricchi a danno della classe media. Il Wall Street Journal ha parlato di un vero e proprio "fiasco" del partito sulle tasse.
E così, alla fine, il Gop ha dovuto mandare giù il boccone e accettare l'accordo natalizio voluto a tutti i costi da Obama. Intanto la campagna elettorale per le primarie repubblicane, che iniziano il 3 gennaio in Iowa, va avanti...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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