Obama: "Wall Street non blocchi le riforme"

Il presidente Barack Obama parla ai massimi rappresentanti del mondo finanziario Usa riuniti a New York: "Voglio chiedervi di unirvi ai nostri sforzi, invece di metterci i bastoni tra le ruote". Sui derivati: "Hanno un ruolo legittimo ma vanno scambiati alla luce del sole"

Obama: "Wall Street non blocchi le riforme"

New York - Dobbiamo imparare la lezione dopo la crisi del 2008, ha detto il presidente Barack Obama parlando a New York, non lontano da Wall Street, nel pieno del delicato dibattito su nuovi organismi di controllo sulle attività finanziarie. "Sono qui perché voglio chiedervi di unirvi ai nostri sforzi, invece di metterci i bastoni tra le ruote", ha detto Obama a una platea che comprende i massimi rappresentanti del mondo finanziario di New York. "Queste riforme non sono solo nell’interesse degli americani, ma anche per il settore privato". La resistenza alla riforma voluta dai democratici vede l’opposizione repubblicana unita ai banchieri di Wall Street, che temono un eccessivo controllo del governo federale sulle attività finanziarie.

Libero mercato La riforma di Wall Street in discussione al Senato si basa su idee di democratici e repubblicani, ha detto il presidente nel discorso a Cooper Union sulle nuove regole per i mercati, aggiungendo di "credere nel potere del libero mercato".

Controllare i derivati  "Hanno un ruolo legittimo" nell’economia, ha detto il presidente Usa parlando dei derivati, ma vanno scambiati alla luce del sole, "in piena vista delle aziende, degli investitori e degli incaricati alla vigilanza". Obama ha chiesto "nuova trasparenza" nel mercato dei derivati, "quelli che Warren Buffett ha definito armi finanziarie di distruzione di massa". Secondo Obama "la riforma metterà redini all’eccesso e aiuterà ad assicurare che questo tipo di transazioni avvengano alla luce del giorno".

Limitare gli eccessi Obama ha detto che la riforma "limiterà gli eccessi" di Wall Street. Tra le circa 700 persone del pubblico alla Cooper Union ci sono molti studenti, ma anche alcuni dei più grandi nomi della finanza mondiale, incluso Lloyd Blankfein, l’amministratore delegato di Goldman Sachs, in questi giorni nella bufera dopo le accuse di frode della Sec. Il presidente ha ricordato la rapidità con cui l’economia americana ha saputo recuperare dalla crisi ma ha detto che "non si può essere soddisfatti" fino a che "questo progresso sarà sentito non solo da Wall Street ma anche da Main Street", ossia dai comuni cittadini. Obama ha detto che la riforma "introdurrà le più significative misure di protezione finanziaria dei consumatori mai proposte". 

Tutto sulla riforma Obama ha sfruttato poi il discorso per illustrare i punti principali della riforma, a partire dagli aggiustamenti di una sistema che "così come è ha portato ad una serie di salvataggi pesanti per i contribuenti, è solo con la riforma che potremo evitare altre evenienze del genere: in altre parole, un voto per la riforma è un voto per fermare i bailout a spese dei contribuenti. È questa la verità". Ricordando che la riforma è già passata alla Camera ed ora è in discussione nelle commissioni al Senato, Obama ha detto che il testo finale "dovrà" contenere l’istituzione di un sistema che permetta di chiude grandi istituti finanziari in fallimento "con la minore quantità di danni collaterali per persone e compagnie innocenti", stabilire nuove regole di trasparenza per i derivati ed altre transizioni "nel rispetto delle attività legittime ma per evitare irresponsabili politiche di rischio", assicurare "ai consumatori forti protezioni finanziarie" fornendo loro migliori e più trasparenti informazioni sui prodotti.

Salari e bonus dei manager Ed infine il "say on pay", la possibilità per gli azionisti, anche dei fondi pensione, di avere voce in capitolo sui salari e bonus dei manager.

La missione di Obama nella "tana del lupo" è stata segnata da aperti attacchi da parte dei giornali non teneri con i democratici: "Caro presidente, non uccidere la gallina dalle uova d’oro: l’economia della città è in pericolo nel nome delle riforme", titolava oggi il New York Post.

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