da Milano
Entro il 2008 l'Eni dovrebbe avvicinarsi allobiettivo dei due milioni di barili al giorno di greggio prodotti, confermando così le previsioni del piano industriale che erano diventate più incerte dopo la decisione del Venezuela di nazionalizzare i propri giacimenti petroliferi e le turbolenze che continuano ad affliggere la Nigeria. Lannuncio è stato fatto ieri dallamministratore delegato del gruppo, Paolo Scaroni, in un suo intervento allUniversità Cattolica di Milano. Al momento, proprio per le difficoltà che vengono dallAfrica Occidentale e dal Venezuela, la produzione è di poco superiore a 1,7 milioni di barili al giorno, ma Scaroni ha voluto soprattutto dare unindicazione di tendenza: lobiettivo dei due milioni di barili è raggiungibile nei tempi previsti. LEni tra la fine degli anni 90 e i primi del nuovo secolo ha fatto un salto di dimensioni e peso nel settore, passando dalla posizione della più grande delle piccole compagnie a quella della più piccola delle grandi, entrando di fatto nei giochi che contano. Raggiungere i due milioni di barili di produzione al giorno vorrebbe dire consolidare questa posizione, ma è un obiettivo non facile in un momento in cui nessun nuovo importante giacimento sta entrando in produzione. In prospettiva il gruppo italiano ha delle buone carte da giocare: oltre a Kashagan, in Kazakistan, che comincerà a produrre però solo dal 2011, lEni si sta muovendo in Egitto (dove solo due giorni fa ha annunciato la scoperta di un importante giacimento), Libia, Alaska e nel bacino del Congo. Tutte aree promettenti, ma che richiederanno tempo per lo sfruttamento.
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