Occupazioni, nel vuoto 400 denunce: a Milano un abusivo su tre la fa franca

Stato di necessità o mancanza di reddito, il 30 per cento dei procedimenti finisce col proscioglimento o l’archiviazione. Su 662 casi, le condanne sono state 153. Il Comune: "Giudici più severi. Per frenare il fenomeno, va applicata la legge"

Occupazioni, nel vuoto 400 denunce: 
a Milano un abusivo su tre la fa franca

Partiamo dai numeri. Dal 2005 ad oggi su 662 procedimenti al vaglio della Magistratura per occupazioni abusive, 216 hanno portato ad assoluzioni e archiviazioni, 153 a condanne e 293 sono tuttora in corso. Non solo, sempre dal 2005 ad oggi ci sono ancora 427 processi pendenti a seguito di querela che rischiano l’archiviazione. Abusivi, case popolari e criminalità. I dati sono quelli dell’azienda alla quale il Comune da ottobre ha riaffidato la gestione di 30mila alloggi popolari dopo sei anni di amministrazione delle società private Gefi, Romeo e Pirelli. E parlano di una piaga con cui Milano continua a fare i conti e che sembra non trovare un argine nemmeno nella magistratura. Che invece che punire, molto spesso assolve, archivia e lascia cadere le querele. Da qui l’appello ai giudici del vicesindaco e assessore alla sicurezza Riccardo De Corato, perché siano più severi nei procedimenti penali sulle occupazioni abusive. "Finché le occupazioni abusive punite sulla carta dall’articolo 633 del codice penale, non vengono percepite come reato, gli escomi andranno avanti all’infinito. Per frenare il fenomeno bisogna applicare la legge che, dopo le querele, prevede l’istruzione dei processi". Molte volte, continua De Corato, le assoluzioni arrivano per stato di necessità, nei casi delle donne incinte ad esempio, oppure per mancanza di reddito. "Ma tutti sono in uno stato di necessità, anche chi ha chiesto una casa Aler. Solo che loro hanno deciso di rispettare le regole". E gli altri, gli occupanti abusivi che da anni sottraggono un alloggio a chi invece lo sta aspettando avendone pieno diritto, no. Ancora un altro dato. Il 30 per cento delle segnalazioni finisce in prescrizione. Dall’inizio del 2008 al 31.12.2009 il Comune di Milano ha fatto 800 querele per occupazioni abusive e nessuna di queste finora è stata presa in considerazione. Spiegano dagli uffici di Palazzo Marino che la querela è un passaggio necessario per avviare il procedimento giudiziario. "Il Comune fa querela, chiede l’avvio del procedimento giudiziario. A quel punto tocca alla Procura rinviare a giudizio, assolvere o condannare. Se non si procede penalmente, il reato cade in prescrizione". Così come rischia di accadere per quei 427 processi pendenti in corso. E sull’inerzia del Comune che alcuni pm hanno imputato a Palazzo Marino che non assegna in tempi congrui gli alloggi popolari, lentezza questa che incentiva le occupazioni abusive in cui si inseriscono le organizzazioni criminali, il vicesindaco ribatte. "Il pm dice che gli alloggi liberi sono 5mila. Ma noi dobbiamo dare tre opzioni di scelta agli assegnatori. Ogni anno vengono fatte 1.200 assegnazioni che moltiplicato per 3 fa quasi 4mila. Non ci interessa tener vuoti gli alloggi". Poi c’è il problema degli appartamenti devastati dagli occupanti abusivi. Per risistemarli ci vogliono tempo e soldi. "Quelli si portano via tutto per rabbia, bagni, lavandini".
Nei primi mesi del 2010 - sottolinea De Corato - sono già 399 gli alloggi del patrimonio comunale e di Aler che sono stati recuperati. E le nuove occupazioni abusive sono completamente azzerate. "Solo a Quarto Oggiaro con la nuova gestione Aler sono già stati effettuati 41 interventi di recupero.

E poco più di due settimane fa, Polizia Locale e l’azienda di viale Romagna hanno inflitto un duro colpo a uno dei clan malavitosi che teneva in ostaggio i residenti del quartiere, cacciando da via Lopez la famiglia Tatone, nota alle Forze dell’ordine".

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