Olimpiadi, Hiroshima e Nagasaki in corsa per i Giochi del 2020

Candidatura congiunta per le due città simbolo dell'orrore atomico. Potrebbero vedersela con Roma e Venezia

Olimpiadi, Hiroshima e Nagasaki  
in corsa per i Giochi del 2020

È passata poco più di una settimana dalla decisione del Cio per l’assegnazione delle Olimpiadi del 2016 a Rio de Janeiro e già è nel vivo la corsa per il 2020. Dopo le candidature di Venezia e Roma, lanciate dalle rispettive amministrazioni locali, è arrivato un altro duo a sfidare le città italiane: con una conferenza stampa congiunta i sindaci di Hiroshima e Nagasaki hanno proposto che le città giapponesi che hanno vissuto l’incubo atomico ospitino i Giochi del 2020. Una candidatura che va oltre il valore simbolico dei Giochi, già di per sé simbolo di pace: «Le Olimpiadi simboleggiano l’abolizione degli armamenti atomici e la pace nel mondo e per questo vogliamo lavorare insieme», ha detto Tadatoshi Akiba, primo cittadino di Hiroshima.

La proposta arriva in un momento in cui il nucleare, o meglio il disarmo nucleare, è tornato al centro dell’agenda mondiale, con il Nobel per la Pace assegnato al presidente degli Stati Uniti Barack Obama anche per il suo impegno su questo tema e con le parole di Papa Benedetto XVI di ieri, che all’Angelus ha salutato un gruppo di sopravvissuti agli attacchi atomici che hanno distrutto le due città giapponesi: «Il mondo non assista mai più a simili distruzioni di massa di innocenti vite umane».

Nagasaki è il cuore della religione cattolica in Giappone. E i due primi cittadini, Tomihisa Taue, e il suo omologo di Hiroshima, Akiba, sono scesi in campo illustrando il proposito, che ancora deve essere messo a punto nei dettagli, di organizzare le Olimpiadi proprio nei due centri. Una circostanza che potrebbe essere favorita anche dalla «sconfitta» di Tokyo, che nella riunione del Comitato olimpico che ha scelto Rio de Janeiro, è stata la seconda città ad essere eliminata dopo la Chicago made-in-Obama.

«Ospitando insieme i Giochi ci impegniamo a proporre un nuovo modo di organizzarli, che finora ha visto protagoniste solo singole grandi città», ha aggiunto Akiba. «Sarà una nuova sfida per le due città colpite dall'atomica», ha osservato da parte sua Taue. Hiroshima e Nagasaki distano oltre 300 chilometri l'una dall'altra, ma per i due primi cittadini non ha molta importanza. «Parliamo di non più di 30 minuti di aereo», ha rilevato Akiba che martedì sarà a Tokyo per un consulto con il Comitato olimpico nipponico, a cui probabilmente ricorderà anche il precedente delle Olimpiadi di Pechino, dove le varie attività si svolgevano a distanze superiori.

La proposta dei due sindaci ha - ovviamente - già trovato ampio consenso in Giappone e ora punta a raccoglierne altrettanto all'estero. Da parte sua, Obama vorrebbe ancora portare le Olimpiadi negli Usa e per questo non ha chiuso l'ufficio speciale della Casa Bianca che si è occupato di sostenere Chicago.

Ma i due sindaci nipponici sembrano decisi: «Ognuno di noi ha un compito da svolgere e ospitare i Giochi - ha continuato Taue - potrebbe essere uno dei ruoli per le città che hanno subito gli unici attacchi nucleari». L’offerta, insieme alle altre sul tavolo, compresa quella italiana, saranno valutate dal Cio nel 2013.

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