Opera San Francesco Venti capolavori raccontano la carità

Al Museo dei Cappuccini di via Kramer è stata inaugurata poche settimane fa la Mostra «Venti capolavori per raccontare la carità». Una serie di pregevoli opere pittoriche ma anche sculture e bassorilievi provenienti da una dozzina di località d'Italia e Spagna ma soprattutto da alcuni conventi francescani dove il protagonista è sovente il Buon Samaritano, personificazione emblematica della carità nel Vangelo, quella a cui tanto si richiama il neo papa Francesco.
La mostra resterà aperta fino al 16 giugno e i primi visitatori sono stati domenica scorsa, i circa 150 membri di una dozzina di Rotary del Distretto 2040 (Governatore Marco Milanesi) convenuti in via Kramer per sentir parlare di carità «alla grande» in un incontro conviviale organizzato per loro dall'Opera San Francesco per i Poveri (OFS).
Il priore, Maurizio Annone, ex ingegnere fattosi frate, ha infatti illustrato ai manager, agli imprenditori e ai liberi professionisti del Rotary, le cifre di bilancio di un'attività che, fondata mezzo secolo fa da Cecilio, fraticello in odore di santità, per far fronte ai disastri della guerra, ha raggiunto ormai le dimensioni di un'azienda.
Coadiuvato da quattro preziosi componenti del suo staff (in tutto una cinquantina di dipendenti e circa 700 volontari), frà Maurizio ha sciorinato, da ex ingegnere, cifre, andamenti e percentuali con un linguaggio da manager (della carità) ancor più apprezzato dai rotariani. Cifre, andamenti e percentuali significativi non solo per manager e liberi professionisti avvezzi a maneggiar bilanci, ma per chiunque.
La prima cifra, forse la più eclatante, citata dal priore manager, sono stati i 3159 pasti quotidiani distribuiti lunedì, 11 marzo. Un record.
Ma l'uomo non vive di solo pane e all'Opera di San Francesco lo sanno benissimo.
Di qui le docce, la distribuzione di abiti, gli ambulatori per le prime cure, lo sportello lavoro, un ufficio legale forte di nove avvocati ed un servizio «housing» che dà un tetto, seppur temporaneo, ai casi più disperati in nove appartamenti messi a disposizione dell'Opera.
Per venir meglio incontro alle mille esigenze di che vive nell'indigenza, di ogni «utente» viene fatta una scheda che servirà per orientare gli interventi in suo favore.
Nel 2012 le schede compilate sono state 8460 per altrettanti «nuovi utenti» (che per l'82 per cento sono uomini) con un aumento del 18 per cento rispetto al 2010 e con un brutale raddoppio rispetto a dieci anni prima.

Provenienti da 29 Paesi, in prevalenza Marocco e Romania, ma anche Egitto, Sri Lanka, Perù ed Ucraina, tra gli utenti spiccano gli italiani (35 per cento) in crescente ed inarrestabile aumento, segno eloquente di una crisi che continua a mietere vittime.

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