Ora c’è il manuale per il Ramadan in orbita

Una cosmo-bussola indicherà la Mecca Genuflessioni anche a gravità zero

Ora c’è il manuale per il Ramadan in orbita

Inginocchiarsi in direzione della Mecca e pregare cinque volte al giorno. Le regole imposte dal Corano durante il mese sacro del Ramadan valgono per tutti. Anche per gli astronauti in orbita. Non importa quanto difficile sia metterle in pratica.
E così, insieme con la tuta e il casco, Sheik Muzzafar Shukor, medico della Malaysia che il prossimo ottobre partirà per la Stazione spaziale internazionale, dovrà portare con sé anche il manuale del perfetto astronauta musulmano. Lo ha redatto per lui un’équipe di imam, che ha studiato come sfidare le leggi della gravità in nome di Maometto.
Muzzafar dovrà prima di tutto risolvere il problema delle preghiere: almeno cinque al giorno. Sulla Iss il sole sorge 16 volte in 24 ore: il medico dovrebbe estraniarsi dalla vita di bordo almeno 80 volte al giorno. In secondo luogo, dovrà localizzare la Mecca, punto di riferimento di ogni preghiera. Cosa non facile, visto che la Stazione viaggia a 27mila chilometri l’ora e che, di conseguenza, la città sacra cambia continuamente posizione. Gli imam non si sono fatti intimidire. Se per il numero di preghiere hanno ammesso una deroga, per l’identificazione della Mecca hanno fatto ricorso alla tecnologia: un dispositivo elettronico indicherà a Muzzafar la posizione approssimativa della città. Il terzo problema riguarda le rituali abluzioni. Il Corano prevede che i credenti lavino piedi e caviglie prima di ogni preghiera. Il problema è che sulla Iss l’acqua scarseggia, e può essere usata solo per bere: perciò Muzzafar potrà pulirsi i piedi con una salvietta.
Il medico astronauta dovrà impegnarsi anche a rispettare le regole alimentari. Innanzitutto quella che prevede che il cibo sia halal, preparato secondo i dettami sacri. E poi quella più conosciuta del Ramadan, che permette ai musulmani di cibarsi e bere solo dopo il tramonto. Muzzafar potrà mangiare qualsiasi alimento, ma solo nella quantità «necessaria per placare il senso di fame». Quanto ai tempi di assunzione, questi potranno variare. A patto che il medico si impegni in un vero Ramadan alla fine del suo viaggio.
Nel manuale non manca il ricorso all’esercizio fisico. Di ginnastica Muzzafar dovrà farne molta per imparare a inginocchiarsi e prostrarsi sospeso in aria. Ma gli imam non vogliono sentire ragione: il medico dovrà imparare ad assumere la posizione in assenza di gravità. Muzzafar non è il primo musulmano a superare i confini dell’atmosfera. L’hanno già fatto Sultan bin Salman, principe saudita che nel 1985 viaggiò a bordo del Discovery, e Anoush Ansari, l’imprenditrice di origine iraniana che lo scorso anno raggiunse la Iss.

Il medico malaysiano è però il primo a intraprendere l’avventura extraterrestre durante il Ramadan: non ha scelta, dovrà seguire i precetti islamici. Ma lui, che per guadagnarsi un posto a bordo ha dovuto sbaragliare la concorrenza di 11mila aspiranti astronauti, non sembra preoccupato. Con il manuale in tasca il Paradiso è assicurato.

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